I protocolli di intesa fra Italia e Israele

Sono passati nel quasi generale silenzio gli importanti accordi che lo Stato italiano ha stretto con lo Stato di Israele ai primi di dicembre 2013.
L’attenzione della stampa si è principalmente concentrata sul protocollo n. 3, sottoscritto dal ministro Flavio Zanonato e dal ministro dell’energia e dell’acqua israeliano Silvan Shalom, che pare assegnare all’Italia un ruolo di snodo essenziale per le linee di trasporto del gas dei due nuovi importanti giacimenti che Israele ha da poco scoperto a largo delle sue coste, denominati Tamar e Leviathan: dato che pare certo che almeno uno dei due copra la quasi totalità del fabbisogno dello Stato ebraico, per la prima volta Israele diventerebbe un esportatore netto di energia, rivolgendosi come primo potenziale consumatore all’Europa, verso la quale l’Italia non può che essere il naturale punto di passaggio.

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Ritratto somigliante

Il ritratto che i sociologi ed economisti del Censis hanno fatto dell’Italia contemporanea ( e di cui hanno parlato in pratica soltanto i quotidiani di opposizione) è sicuramente somigliante per chi vive nel nostro paese, come indigeno o come straniero, ma piace poco alle nostre classi dirigenti, immerse-come è fatale- nella scommessa sulla durata del governo Letta dopo l’elezione di Matteo Renzi alla segreteria del partito democratico o sulla fine di una crisi economica che continua a picchiare sulla nostra economia e sembra non avvicinarsi mai alla conclusione.

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