I protocolli di intesa fra Italia e Israele

Sono passati nel quasi generale silenzio gli importanti accordi che lo Stato italiano ha stretto con lo Stato di Israele ai primi di dicembre 2013.
L’attenzione della stampa si è principalmente concentrata sul protocollo n. 3, sottoscritto dal ministro Flavio Zanonato e dal ministro dell’energia e dell’acqua israeliano Silvan Shalom, che pare assegnare all’Italia un ruolo di snodo essenziale per le linee di trasporto del gas dei due nuovi importanti giacimenti che Israele ha da poco scoperto a largo delle sue coste, denominati Tamar e Leviathan: dato che pare certo che almeno uno dei due copra la quasi totalità del fabbisogno dello Stato ebraico, per la prima volta Israele diventerebbe un esportatore netto di energia, rivolgendosi come primo potenziale consumatore all’Europa, verso la quale l’Italia non può che essere il naturale punto di passaggio.

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Attenti a Israele!

Era previsto per il 20 novembre 2013, a Ginevra, il secondo round di negoziati tra l’Iran e la crema delle potenze occidentali sul tema del programma nucleare iraniano. E, puntuale come un orologio (stavo per dire svizzero, ma dirò meglio: israeliano), a Beirut, nel quartiere di Hezbollah, Bir Hassan, esplodono due possenti bombe che fanno 23 morti e più di 150 feriti.

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CIA: armi chimiche in mano israeliana dal 1983

Betlemme, 11 settembre 2013, Nena News – Mentre il mondo guarda alla Siria e Washington si arrampica sugli specchi per dimostrare l’utilizzo di armi chimiche da parte del regime di Bashar al-Assad, spuntano nuove rivelazioni sugli arsenali in mano israeliana. In un reportage di Foreign Policy, pubblicato due giorni fa, compaiono documenti della CIA secondo la quale nel 1983 Tel Aviv ha avviato un vasto programma per rifornirsi di armi chimiche.

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