Diario dal Guatemala

Primo giorno di lavoro, dopo vent’anni, lontano dalla Sicilia e dalla Procura di Palermo. Un po’ di nostalgia, ma nessun rimpianto. Qui ambiente di lavoro molto stimolante che inizio con autentico entusiasmo, ma situazione molto difficile e complessa. Da anni ormai l’epicentro delle strategie criminali delle grandi mafie internazionali si è andato spostando verso l’area dell’America Centrale.

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Arrivederci, Palermo! Il saluto di Antonio Ingroia prima della trasferta in Guatemala

Palermo.Gli occhi mobili e vivissimi della fotografa palermitana Letizia Battaglia scrutano la strada. Insieme a lei, davanti alla libreria Modus Vivendi, un capannello di persone attende l’arrivo di Antonio Ingroia. La sala interna della libreria è già affollatissima, quasi manca l’aria. All’improvviso ecco che due auto di scorta giungono a destinazione. Insieme ad altri suoi colleghi Letizia riesce a scattare diverse foto al magistrato.

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Chi ha paura di Antonio Ingroia?

Chi ha paura di Antonio Ingroia? Perché il leader di un partito si spinge a dire che, se fosse indagato da lui, avrebbe timore? Perché, dopo le numerose contumelie, Antonio viene definito pazzo da un senatore imputato a Palermo? Cosa si contesta a Ingroia? Lo conosco da più di 20 anni, sono suo amico e ho sempre ammirato la sua altissima professionalità, il rigore e la capacità di andare fino in fondo in tutte le sue inchieste, fra cui alcune delle più delicate della Procura di Palermo

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