Riforme costituzionali: se a scriverle sono gli amici dei ladri

Visto che la storia spesso si ripete in farsa, l’ultimo capitolo della ridicola tragedia italiana ruota di nuovo intorno alle riforme e alla giustizia. Esattamente come era accaduto nel 1997, con la commissione Bicamerale di dalemiana memoria, tra i nuovi padri ricostituenti in quota Pdl prende corpo l’idea di riscrivere pure il titolo IV della Costituzione: quello che stabilisce poteri, diritti e doveri della magistratura.

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Da Schifani a Quagliariello, la prova d’amore per tornare all’ovile di B.

A due mesi esatti dalle elezioni, grande è la confusione sotto il cielo delle liste. Chi sarà candidato e chi no? E perché?

Il Pd si affida alle primarie di Capodanno e non butta via niente: liberisti e statalisti, montiani e antimontiani, pro-tax e anti-tax, inquisiti e incensurati, dinosauri e giovincelli, venghino signori venghino. L’unico prerequisito indispensabile per concorrere è un giuramento al Dio Tav, consistente nel bacio della putrella, gli ex comunisti avendo sostituito il simbolo Falce e Martello con Calce e Martello. Infatti l’unico escluso è Sandro Plano, noto eretico dal dogma dell’Immacolata Cementificazione.

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