HELMUT KOHL: MI SONO COMPORTATO COME UN DITTATORE PER "AVERE" L’EURO

Helmut Kohl, ex cancelliere tedesco, ha ammesso di aver agito come un “dittatore” per portare alla moneta unica il paese, altrimenti se fosse stato indetto un referendum “avrebbe perso”.

In un’intervista per la tesi di dottorato di un giornalista, il cancelliere tedesco più longevo del dopoguerra ha detto che avrebbe perso con una maggioranza schiacciante, ogni votazione popolare sull’euro.

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Il Dittatore

Mario Monti comanda in virtù di un’autorità attribuitagli per “stato di eccezione”. È investito di poteri politici pieni per un tempo sinora dichiarato limitato, ma ormai aperto a un appetito che, si sa, vien mangiando. È un classico dittatore, insomma. Ed essendo tale, ragiona e parla come un autocrate. Ma come, diranno gli illusi, lo statista grigio topo, il sobrio uomo del loden, lui, un dittatore? Per far suo lo stile di pensiero totalitario di un dittatore non gli occorre mica farsi prestare una giacca sgargiante da Sacha Baron Cohen, né gli serve ammazzare oppositori con risa perfide durante una visita in sala torture. Può bastare la sua voce monocorde e l’immeritata fama di “tecnico”, per zittire il capo di Confindustria in nome di un precetto che non può tollerare dissensi: la regola dello spread.

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"Monti, dittatore democratico"

I pericoli delle visioni “post” e le ambiguità degli intellettuali “ante”. In una recente intervista Alain Touraine, decano della sociologia contemporanea, dichiara la fine della socialdemocrazia e le ragioni di un nuovo conflitto mondiale per i diritti universali messi in pericolo da un potere finanziario globalizzato. Ma promuove anche a pieni voti Mario Monti come un “dittatore” della Grecia antica, necessario all’Italia per la sopravvivenza delle regole democratiche (sic!). Dunque, i giovani (di sinistra) in piazza a protestare e i professori (responsabili e possibilmente bocconiani) a Palazzo a comandare?

«La sinistra europea deve andare oltre la socialdemocrazia, deve diventare “postsociale”». Scandisce bene le parole in un magnifico italo-spagnolo Alain

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