Il generale dalla Chiesa, Padre della Patria, e gli assassini di Stato

Era una sera calda di fine estate quella del 3 settembre di 31 anni fa. Alle 21,15 in via Carini sopraggiungono due macchine, una A112 al cui interno vi erano il generale Carlo Alberto dalla Chiesa e la giovane moglie Emanuela Setti Carraro, e l’Alfetta guidata dall’agente di scorta Domenico Russo. Pochi secondi ed esplode l’inferno. L’Alfetta viene affiancata da una motocicletta con due uomini

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Gemelli siamesi

Il privilegio del giornalista, a suo rischio e responsabilità, è quello di potersi spingere al di là e oltre il limite della stretta e ardua verità processuale. Permane, come ovvio, il dovere di attenersi ai fatti ma, a partire da questi e supportato dalla logica, chi fa questo mestiere può permettersi di fare deduzioni e trarre anche conclusioni personali del tutto legittime.
Chi ci segue fin dai primi numeri della rivista si ricorderà che le stragi del ’92 e del ’93 e l’ormai famigerata “trattativa” sono sempre stati il centro della nostra linea editoriale.

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I soldi sporchi di sangue della mafia

Il fallimento della Sicilcassa, la seconda banca della Sicilia, apre un preoccupante scenario che in qualche modo si collega con lo storico rapporto che Stato e mafia hanno da sempre coltivato, tornando indietro fino alle stragi del ’92 dove morirono Falcone e Borsellino e a quelle del ’93 a Roma, Firenze e Milano, alla strage Chinnici, all’attentato al generale Dalla Chiesa e agli altri delitti eccellenti perpetrati da Cosa nostra.

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