Preparare la Resistenza non violenta

Abbiamo, insomma, un “nuovo” presidente della Repubblica. Napolitano, dopo un settennato catastrofico, si fa ancora garante della Casta e ricompatta attorno a sé centro-destra e centro-sinistra, con lo scopo – ormai sempre più chiaro agli italiani – di costruire un Governo di larghe intese che rimanga fedele, sulla pelle dei cittadini, ai diktat europei e alle politiche di austerità introdotte da Monti. Nel caos delle elezioni presidenziali, tuttavia, qualcosa di buono ci sembra che sia successo: in particolare è caduta una volta per tutte la maschera del Partito Democratico.

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Ingroia: “Legittimo criticare la Consulta. La sentenza è un pasticcio politico”

Povera Italia…
Apro oggi un blog da quaggiù, in Guatemala, terra difficile ed assai lontana dal Paese cui ho dedicato la mia vita, per una semplice ragione. Sento l’esigenza di far sentire la mia voce. Anche per non darla vinta a quelli che pensavano di essersi liberati di me col mio trasferimento in America Centrale…
Perché questo titolo? Perché “Partigiani della Costituzione”? Per tante ragioni.

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La rivoluzione tecnica:il lavoro fuori dalla Costituzione

«Nella Costituzione il lavoro è un diritto, cioè un’espressione della personalità degli esseri umani. Il lavoratore è interessato a conservarlo a prescindere dal ritorno economico. Per la Carta il lavoro ha un valore che non coincide puramente con il profitto che il datore ne trae. La proposta dal governo, almeno secondo la bozza che è stata licenziata «salvo intese», rovescia questa impostazione. E stabilisce che il lavoro vale anche meno di altri beni della persona».

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