Capaci bis: dal rinvenimento della torcia ai guanti di lattice

Un sacchetto di carta, una torcia elettrica, un tubetto di mastice marca Arexons e dei guanti di lattice. Per lungo tempo si è ritenuto che questi oggetti, rinvenuti a 63 metri dal “gran botto” di Capaci, potessero essere stati portati nel luogo della strage da mani esterne di Cosa nostra. Grazie ai rilevamenti compiuti ad oltre vent’anni di distanza sugli stessi è stata rinvenuta un’impronta (l’indice della mano destra) di Salvatore Biondo

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"Il doppio fronte che accerchiò Falcone"

Sono trascorsi ventuno anni dalla strage di Capaci. Il tempo di una generazione. Mi sono talora chiesto se noi che per ragioni di età fummo testimoni del tempo in cui Giovanni Falcone visse e concluse la sua parabola, abbiamo pienamente adempiuto in questi anni al compito di trasmettere la memoria storica, il senso profondo della tragica e complessa storia collettiva di cui egli fu al contempo protagonista e vittima sacrificale.

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I buchi neri della strage di Capaci e i mandanti esterni (che ci sono)

Il procuratore Lari ha detto in conferenza stampa che “E’ stato squarciato il velo che copriva i volti di alcuni personaggi” identificati come gli esecutori materiali della strage di Capaci. Sul commando che ha organizzato l’uccisione di Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e dei tre agenti della scorta è stata trovata finalmente tutta la verità grazie anche al contributo del pentito Gaspare Spatuzza, e per opera della procura di Caltanissetta coordinata dal procuratore Sergio Lari, al quale noi facciamo i complimenti e lo ringraziamo come cittadini, oltre che come cronisti.

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