Berlusconi? Un presidente da mungere

“Essere Silvio Berlusconi”. Potrebbe chiamarsi così un gioco di ruolo, o meglio, il format televisivo di un talent show in cui i concorrenti, nei panni di un facoltoso e generosissimo tycoon dalla brillante carriera politica, elargiscono a pioggia regalie alle persone più bisognose. L’obiettivo del gioco è evitare di incrociare i “cattivi” che, con diabolica malafede, subornano la generosità del capo e spillano soldi su soldi.

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L’hanno rimasto solo

“M’hanno rimasto solo, ‘sti quattro cornuti. Me so’ ‘nfilato dentro lo scarico della mondezza, l’ho presa tutta addosso. Cinque ore so’ lì dentro, coi bacherozzi e i sorci…”. Niente di meglio dell’ “Audace colpo dei soliti ignoti” per immortalare il tramonto del Grande Comunicatore che non comunica più. O meglio: ci prova, ma non trova più nessuno a cui comunicare. Incomunicabilità totale.

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Briatore e Santanché preoccupati “Silvio continua a fare i festini, è malato”

“Non più lì (ad Arcore) ma nell’altra villa (Gernetto, ndr). Tutto come prima, non è cambiato un cazzo. Stessi attori, stesso film, proiettato in un cinema diverso. Come prima, più di prima. Stesso gruppo, qualche new entry, ma la base del film è uguale”. Flavio Briatore si sfoga così con Daniela Santanché. Il film di cui parla è il bunga bunga del premier

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