100 giorni di “Scorta civica” per 5 mesi di menzogne di Angelino Alfano

47 giorni di bugie. Quasi 5 mesi. Tutto è iniziato il 3 dicembre 2013, quel giorno il ministro dell’Interno Angelino Alfano aveva comunicato pubblicamente di aver “reso disponibile” il “bomb-jammer” per il pm Nino Di Matteo condannato a morte da Totò Riina. Durante la conferenza stampa (tenuta dopo la riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza) Alfano non aveva specificato, però, che il dispositivo anti-bomba messo a disposizione del sostituto procuratore Di Matteo era un modello di prima generazione che, secondo alcuni studi ufficiali, risulta pericoloso per la salute umana, al punto che lo stesso pm era stato costretto a rifiutarlo

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Berlusconi, Dell’Utri e Alfano: lo specchio (osceno) dell’Italia di oggi

Ma questo disgraziato Paese è ancora capace di indignarsi? Per uomini come don Ciotti dall’indignazione bisogna piuttosto passare al disgusto. Di notizie disgustose il nostro Paese è pieno. Il problema, se mai, è rappresentato da un intero popolo assuefatto all’obbrobrio. Partiamo dai “latitanti”. Uno di questi fa il ministro dell’Interno e si chiama Angelino Alfano. Sabato 12 aprile quest’ultimo si sarebbe dovuto incontrare con il fratello di Paolo Borsellino. Quel giorno però il Ministro non si fa trovare al Viminale.

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Roma, 12 aprile: cronaca di una (anzi due) sceneggiate

Ieri 12 Aprile Roma è stata teatro di due sceneggiate.
La prima è l’annuncio della fine della latitanza di Marcello Dell’Utri, annunciata dal ministro dell’Interno Alfano nel corso del congresso del NCD. “Dell’Utri” ha dichiarato ai microfoni dell’Ansa il ministro nel corso del congresso, “è stato rintracciato a Beirut dalla polizia libanese. E’ stato catturato e in questo momento si trova presso i loro uffici, in contatto con la polizia italiana”.

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