"Il doppio fronte che accerchiò Falcone"

Sono trascorsi ventuno anni dalla strage di Capaci. Il tempo di una generazione. Mi sono talora chiesto se noi che per ragioni di età fummo testimoni del tempo in cui Giovanni Falcone visse e concluse la sua parabola, abbiamo pienamente adempiuto in questi anni al compito di trasmettere la memoria storica, il senso profondo della tragica e complessa storia collettiva di cui egli fu al contempo protagonista e vittima sacrificale.

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Parasole e paraculi

Dunque la presunta agenda rossa di Borsellino, di cui alcuni organi di stampa e di tv ci hanno riempito i timpani e non solo negli ultimi giorni, era il piccolo frammento di un parasole per auto, di quelli usati d’estate per proteggere dal sole il cruscotto e il volante ed evitare che diventino incandescenti. L’ha stabilito la Polizia Scientifica su mandato della Procura di Caltanissetta. Se non ci fosse di mezzo un probabile depistaggio per coprirne altri che durano da ventun anni, ci sarebbe da scompisciarsi. Invece, come ha detto subito Salvatore Borsellino, c’è da vomitare. Qui non si tratta di colpevolizzare il collega di Repubblica che ha avuto il filmato (girato il giorno della strage dai Vigili del fuoco e subito scartato perché irrilevante).

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