Il debito e la crisi del Covid-19 stanno soffocando i Paesi a medio reddito

Onu: estendere la riduzione del debito ai Paesi a medio reddito, dove vive il 62% dei poveri del mondo

Capi di Stato e di governo, rappresentanti dei Paesi a medio reddito (MIC) e di banche multilaterali, istituzioni finanziarie internazionali, delle Agenzie Onu che si occupano di sviluppo e di ONG stanno partecipando all’High-level Meeting on Middle-Income Countries (MICs)  convocato dal  presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, Volkan Bozkir,  iniziato il 17 giugno e che si concluderà il 2 luglio. Il tema del meeting è “Perfezionare l’approccio del sistema di sviluppo per affrontare la esigenze dei MIC” e i partecipanti discuteranno dei gap e delle sfide che affrontano i MIC nell’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, faranno il punto sui progressi fatti dalla prima riunione ad alto livello sui paesi a medio reddito medio del 2018 e condivideranno esperienze nazionali, buone  pratiche e azioni prioritarie a supporto dei MIC.

Come evidenzia l’Onu, «Avendo raggiunto un certo livello di sviluppo, le preoccupazioni e le esigenze dei MIC sono spesso considerate meno problematiche o urgenti di quelle dei Paesi meno sviluppati (LDC). Allo stesso tempo, li MIC affrontano sfide significative nel loro percorso verso lo sviluppo sostenibile e condividono alcune delle stesse vulnerabilità dei Paesi a basso reddito».

Il 62% dei poveri del mondo vive nei Paesi a medio reddito che sono penalizzati da un debito spesso paralizzante, da una distribuzione diseguale della ricchezza, dalla mancanza di competitività economica e dalla vulnerabilità agli effetti del cambiamento climatico e dei disastri naturali. I MIC, che rappresentano più della metà dei 193 Stati dell’Onu, sono molto diversi tra loro, visto che includono Paesi come l’India, che ha una popolazione di oltre un miliardo di abitanti (e più affamati dell’Africa), e Palau, un arcipelago del Pacifico dove vivono meno di 20.000 persone.  Questi Paesi variano anche per ‘attività economica, geografia e livelli di reddito pro capite che vanno da 1.000 a 12.000 dollari all’anno, il che significa che spesso superano le soglie di reddito pro capite previsti per la cancellazione del debito.

Nei MIC più poveri è davvero improbabile parlare di prospettive di crescita, mentre i MIC più ricchi devono spesso affrontare strozzature strutturali per rendere più verdi le loro economie, stimolare i mercati del lavoro, modernizzare le amministrazioni pubbliche e sfruttare l’innovazione.

L’Onu evidenzia che «Nonostante siano potenziali potenze economiche, molti MIC rischiano di ristagnare nella “trappola del medio reddito” a causa di ostacoli istituzionali, sociali e tecnologici. Affrontare le esigenze dei MIC e risolvere le sfide che devono affrontare è fondamentale per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e attuare l’Agenda 2030».

Aprendo il meeting di alto livello dei MIC, il d segretario generale dell’Onu, António Guterres ha deetto che «Sono necessarie misure innovative per affrontare il debito per aiutare gli oltre 100 Paesi a medio reddito del mondo a espandere le proprie economie e a  uscire dalla pandemia di Covid-19. Sono necessari finanziamenti per aiutarli a riprendersi sulla scia della crisi globale. Per far fronte all’impatto sociale ed economico del virus, nel 2022 ai Paesi a medio reddito dovrebbero essere sospesi i debiti».

In molti MIC  l’aumento del debito era già un grosso problema prima della pandemia e il Covid-19 ha solo aggravato la situazione. Il Capo dell’Onu ha fatto l’esempio dei piccoli Stati insulari dove «Il crollo del turismo ha fortemente ostacolato la loro capacità di ripagare i debiti. E mentre la risposta globale alla crisi del debito sta giustamente cercando di sostenere i Paesi a basso reddito, i Paesi a medio reddito non devono essere lasciati indietro».

Guterres ha poi sottolineato la necessità di meccanismi migliori e della cooperazione internazionale per affrontare quelli che ha definito «Livelli di debito crescenti e insostenibili. Anche se questi Paesi riusciranno a evitare il default, negli anni a venire vedranno limitazioni di lunga durata alla spesa pubblica essenziale per una serie di Obiettivi di sviluppo e climatici. E’ necessario un nuovo meccanismo del debito che includa lo scambio, il riacquisto e la cancellazione del debito. Questo è il momento di affrontare le carenze di vecchia data nell’architettura del debito internazionale, dalla mancanza di principi concordati, alle ristrutturazioni che forniscono troppo poco sollievo e troppo tardi. Strumenti innovativi per consentire la ristrutturazione del debito e una significativa riduzione del debito possono aiutare i Paesi a medio reddito ad espandere il loro spazio fiscale per stimolare gli investimenti e guidare una ripresa resiliente e sostenibile dalla crisi».

A marzo, il segretario generale dell’Onu aveva convocato i leader mondiali per un incontro per sostenere l’azione per evitare la crisi del debito nei Paesi in via di sviluppo e si è detto incoraggiato nel vedere un crescente riconoscimento della necessità di nuovi diritti speciali di prelievo (DSP), un tipo di attività di riserva estera sviluppata dal Fondo monetario internazionale. «Tuttavia . ha detto – i DSP inutilizzati devono essere riassegnati per supportare le nazioni vulnerabili, compresi i Paesi a medio reddito.

Nel 2020, le principali economie del G20 hanno annunciato un’iniziativa di sospensione del debito che consente ai Paesi più poveri del mondo di sospendere temporaneamente i pagamenti bilaterali del credito. Guterres ha concluso: «La misura dovrebbe essere estesa al 2022 e messa a disposizione dei paesi a medio reddito fortemente indebitati e vulnerabili che ne fanno richiesta».

fonte: greenreport.it