Chi comanda l’Economia mondiale?

Margherita Furlan

Luce verde arriva dal Fondo Monetario Internazionale all’allocazione di nuovi Diritti Speciali di Prelievo (DSP) per 650 miliardi di dollari nei prossimi mesi. Lo indica una nota diffusa dalla Direttrice del FMI, Kristalina Georgieva, che dice di volere così “affrontare la necessità globale a lungo termine di attività di riserva, a vantaggio di tutti i paesi membri.”
I Diritti Speciali di Prelievo sono l’unità di conto del Fondo Monetario Internazionale, il cui valore è ricavato da un paniere di valute nazionali.
Finora il dollaro è stato la valuta di riserva internazionale (almeno) dalla Seconda guerra mondiale in poi. Ma ora qualcosa è cambiato. Come osserva Federico Fubini nel Corriere della Sera “le generazioni di questi ultimi decenni hanno avuto in sorte di vivere tre eventi straordinari e in qualche modo paragonabili tra loro” per le estreme conseguenze derivanti: l’11 settembre, la crisi finanziaria del 2008 e la dichiarata pandemia del 2020. Per ora però possiamo notare almeno una differenza fondamentale.
Per la prima volta il dollaro risponde a un grande choc della globalizzazione indebolendosi sui mercati valutari internazionali. E questa è una novità, perché di solito accadeva l’opposto. Nelle sette settimane seguite all’11 settembre, il biglietto verde guadagnò il 5% sulla media ponderata delle altre maggiori monete. Dopo il fallimento di Lehman Brothers, con il sistema finanziario globale paralizzato, la moneta americana salì del 13% in poco più di un mese. In entrambi i casi, il biglietto verde non era solo l’ancora del sistema monetario internazionale e la prima moneta di riserva e di scambio; era una valuta la cui promessa di sostanziale stabilità macroeconomica nel tempo non sarebbe mai venuta meno. Per questo nel 2001 e nel 2008 il panico, anche se si propagava dagli Stati Uniti, portò a una corsa internazionale al dollaro.
Questa volta invece è diverso. Dall’esplodere della pandemia il dollaro si è svalutato dell’11,6% sulla media ponderata delle altre valute e di oltre il 13% sull’euro. Come non notare allorache l’ex governatore della Banca Centrale d’Inghilterra, Mark Carney, nell’agosto del 2019, pochi mesi prima dell’inizio della dichiarata pandemia, è andato al simposium del banchieri centrali, a Jackson Hole, nel Wyoming, a proporre la creazione di una “moneta sintetica egemonica” (Synthetic Hegemonic Currency, SHC), destinata a ridurre il peso del dollaro, ormai “non più in grado”, così disse e così riportò l’agenzia di stampa Reuters, “di favorire il mercato globale” e, anzi, causa della sua “paralisi”.
Cosa fare dunque? “Una nuova moneta mondiale” – ha precisato Carney in quell’occasione – in cui il Renminbi di Pechino dovrà giocare “un ruolo centrale”.
Lo Yuan è infatti oggi presente nel paniere dei diritti speciali di prelievo del FMI.
Carney, nell’agosto del 2019, non era solo il governatore della Banca d’Inghilterra. Ma anche una pedina vicinissima ai Rothschild, essendo uno degli sponsor della “Coalizione per un capitalismo inclusivo”, di cui è presidente e co-fondatrice Lady Lynn Forester de Rothschild, amica dei dem quanto delle big corporations mondiali.
Carney allora non mancò di fare riferimento alla “Libra”, la moneta virtuale progettata da Facebook. Non è un caso infatti che i sostenitori delle criptovalute, tra cui Elon Musk, Mark Zuckerberg e Jack Dorsey (fondatori rispettivamente di Tesla, di Facebook e di Twitter), pensino che siano più adatte al nuovo mondo multipolare. Sono poco regolamentate e quindi meno soggette al controllo degli Stati e della politica. Così come le piattaforme tecnologiche hanno dimostrato il loro potere rimuovendo Trump dai social network, i bitcoin potrebbero schivare i nazionalismi valutari.
In ogni caso, in quell’episodio agostano, di massimo rilievo anche alla luce di ciò che è accaduto dopo, Carney ha rilevato che “in definitiva un’economia globale multipolare richiede un nuovo IMFS (sistema monetario e finanziario internazionale) per realizzare il suo pieno potenziale” e ha avvertito che i “tassi di interesse di equilibrio molto bassi hanno sempre coinciso in passato con guerre e crisi finanziarie”.
E’ notizia di oggi che la quota del dollaro nelle riserve valutarie mondiali è scesa al livello più basso dal 1995, secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale sulle riserve valutarie delle banche centrali. Mentre un aereo cargo Boeing 747 della compagnia aerea azera Silk Way Airlines è arrivato da Baku a Kiev. In precedenza, questo aereo veniva usato per il trasporto delle armi in Azerbaigian durante la recente guerra del Karabakh.
La battaglia si annuncia strategica. I Rotschild ne guidano le redini.

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Fonte:Antimafiaduemila