Depurazione, ecco quanto ci costano le multe europee dopo le procedure d’infrazione

Vaccari: «Solo per la prima delle quattro procedure d’infrazione pariamo di 165.000 euro al giorno»

Il subcommissario per la Depurazione, Stefano Vaccari, è intervenuto al XIX Congresso di Radicali italiani sul dibattito della Commissione Next Generation del patrimonio ecologico, ponendo l’accento su quella che ormai non è “solo” un’emergenza nazionale ma ha assunto anche i tratti di una questione etica: la mancata depurazione e le conseguenze infrazioni europee.

«Il lavoro della struttura del commissario unico per la Depurazione guidata da Maurizio Giugni serve a migliorare la qualità del nostro ambiente e – sottolinea Vaccari – a cancellare la multa europea: parliamo, solo per la prima delle quattro procedure d’infrazione, di 60 milioni di euro l’anno, 165.000 euro al giorno, dieci euro all’anno per abitante equivalente. Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma credo che con alcuni puntuali interventi normativi si possa rendere ancor più efficiente l’attività della struttura commissariale».

Come noto la direttiva sulle acque reflue urbane è oggetto in Italia di non una ma ben quattro infrazioni europee attualmente pendenti, rendendo quella della depurazione una vera priorità a livello nazionale. Per questo è stata nominata con Dpcm dell’11 maggio scorso una struttura commissariale ad hoc – commissario unico Maurizio Giugni, subcommissari Stefano Vaccari e Riccardo Costanza – per adeguare i sistemi di collettamento, fognatura e depurazione italiani ai provvedimenti della Corte di Giustizia europea, che ha già condannato l’Italia in due casi: con la sentenza C-251/17, in sanzione pecuniaria, e con la C-85/13.ù

«Il commissario – aggiunge Vaccari – gestisce 151 interventi in 91 agglomerati, prevalentemente in Sicilia. Ora riceverà oltre seicento  agglomerati da due ulteriori procedure d’infrazione in fase istruttoria. In questi mesi abbiamo provato ad accelerare e a creare nuove sinergie, stipulando accordi di vario tipo, con soggetti “in house” come Sogesid e Invitalia, l’Uta e i Provveditorati, firmando protocolli con la Regione Sicilia, l’Anci siciliana e Utilitalia. E annunceremo nei prossimi giorni una grande novità per Catania. I Commissari sono una soluzione a problemi del passato, ma fanno come tutti i conti con procedure che, specie in materia di progettazione e autorizzazione ambientale, oltre che per la realizzazione delle opere, hanno tempi importanti. Su questo si può intervenire in chiave normativa».

Tra le questioni aperte, Vaccari cita «la questione dei pareri e autorizzazioni ambientali di competenza regionale, la mancanza di un quadro programmatorio aggiornato e dei gestori d’ambito del Servizio Idrico Integrato, che ha rallentato nei territori il reperimento delle informazioni necessarie e la corretta attuazione degli interventi. Abbiamo  poi bisogno  di trovare un soggetto gestore cui affidare le opere finite, senza che ci siano rimpalli di responsabilità. C’è infine il tema degli allacci alle utenze civili e Industriali delle nuove condutture, su cui non sempre c’è disponibilità politica e soggetti individuati a farli. Infine le risorse, che specie per le due nuove procedure probabilmente non saranno sufficienti e rischiano di ritardare gli interventi di nostra competenza».

fonte: greenreport.it