Sviluppo sostenibile, che debacle per l’Italia

Giovannini (ASviS): “Abbiamo perso 5 anni su 15 per attuare l’Agenda 2030 e così l’Italia mancherà molti dei target fissati al 2020”

Non c’è sviluppo senza sostenibilità. Così l’Italia che arretra su tutti i fronti non può che fare passi all’indietro anche sulle questioni, ambientali e sociali. Impietoso in questo senso il nuovo Rapporto annuale dell’ASviS sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile presentato oggi al Festival dello sviluppo sostenibile 2020.

Così la sintesi del portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini: “Abbiamo perso 5 anni su 15 per attuare l’Agenda 2030. L’accordo del 2015 non è stato preso abbastanza seriamente dalla classe dirigente, dalla politica e dall’opinione pubblica e così l’Italia mancherà molti dei target fissati al 2020. La crisi in corso rischia di allontanarci dal sentiero verso l’Agenda 2030, ma la scelta dell’Unione europea a favore dello sviluppo sostenibile consente di cambiare direzione. L’ASviS avanza numerose proposte non solo su come orientare il “Piano di ripresa e resilienza” e i fondi nazionali, ma anche su come costruire una nuova governance delle politiche pubbliche, per aumentare la loro coerenza in nome del principio di giustizia intergenerazionale”.

L’ASviS è la più grande rete di organizzazioni della società civile mai creata in Italia e ha presentato il piano  al Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, al quale hanno partecipato, tra gli altri, la Vicesegretaria generale dell’Onu Amina Mohammed, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il Commissario europeo agli affari economici Paolo Gentiloni.

L’aspetto positivo sarebbe, secondo l’ASviS, che “tra il 2018 e il 2019 l’Italia è migliorata per quattro Obiettivi (povertà, condizione economica e occupazionale, economia circolare e istituzioni efficienti), è rimasta stabile per dieci (alimentazione, salute, istruzione, disuguaglianze di genere, sistemi igienico-sanitari, energia, disuguaglianze, cambiamento climatico, ecosistemi terrestri, partnership) ed è peggiorata per due (innovazione e città)”. Ovvero, pur lontana da diversi obiettivi, aveva un trend in miglioramento.

Ma a spazzare via la speranza di ulteriori passi in avanti, ci ha pensato il Covid-19 (e forse non solo quello, ma si vedrà e capirà più avanti): i dati provvisori disponibili per il 2020 mostrano un arretramento per nove Obiettivi (1, 2, 3, 4, 5, 8, 9, 10, 17) – per capire bisogna fare riferimento alla figura in foto, ma comunque i temi sono quelli della lotta alla povertà, alla fame, alla parità di genere, alle diseguaglianze –, un miglioramento per tre (12, 13,16, tra queste da segnalare l’aumentato uso dell’energia da fonti rinnovabili), mentre per i cinque rimanenti non è stato possibile valutare l’effetto della crisi.

Anche rispetto ai 21 Target che avrebbero dovuto essere raggiunti entro il 2020 – spiega l’ASviS – la situazione appare del tutto insoddisfacente: in dodici casi, infatti, il nostro Paese appare lontano dai valori di riferimento, dalla riduzione delle vittime di incidenti stradali al numero di giovani che non studiano e non lavorano (NEET), dalla definizione da parte delle città di piani per la gestione dei disastri naturali alla difesa della biodiversità. Il Rapporto ASviS mostra come la pandemia stia determinando in tutto il mondo una battuta d’arresto e un arretramento nel cammino verso l’attuazione dell’Agenda 2030, firmata dai 193 Paesi dell’Onu il 25 settembre 2015, e il raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs).

D’altra parte, l’Unione europea ha posto l’Agenda 2030 al centro della propria azione e sta rispondendo alla crisi con un impegno senza precedenti costruito intorno al Green Deal, alla lotta alle disuguaglianze e all’innovazione.

“Il programma politico della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen a favore dello sviluppo sostenibile – sottolinea il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini – è stato confermato e anzi rafforzato dopo la crisi scatenata dal COVID-19. La scelta di orientare il Next Generation EU alla transizione ecologica, alla transizione digitale e alla lotta alle disuguaglianze e allo stimolo della resilienza economica e sociale è unica nel panorama mondiale e va esattamente nella direzione auspicata dall’ASviS in occasione del Festival dello scorso anno. Le Comunicazioni della Commissione sulle politiche economiche, sociali e ambientali, richiamate nel Rapporto che pubblichiamo oggi, sono tutte orientate alla sostenibilità, intesa anche come opportunità per l’Europa di assumere un forte ruolo nello scenario competitivo globale. Infatti, il Green Deal è una nuova strategia di crescita economica e sociale, con effetti positivi anche sulla creazione di posti di lavoro all’interno dell’Unione europea”.

Per ciò che concerne l’Italia, il Rapporto ASviS analizza le novità legislative dell’ultimo anno e il fortissimo impegno finanziario per ridurre gli effetti della crisi in atto. Se la Legge di Bilancio per il 2020 era stata la più orientata allo sviluppo sostenibile degli ultimi cinque anni, gli interventi in risposta alla pandemia – sono le conclusioni dell’ASviS che poi ha lanciato una serie di iniziative istituzionali per contribuire a invertire la tendenza – sono stati in gran parte diretti alla protezione del sistema socioeconomico, più che alla sua trasformazione verso la sostenibilità.

fonte: greenreport.it