La Commissione antimafia dell’ARS si prenda una pausa di riflessione

Si sta diffondendo, in certi ambienti dell’antimafia ufficiale, lo sport assai rischioso di fare le pulci alla ricostruzione degli attentati che più hanno colpito l’opinione pubblica, nel tentativo di dimostrare che non è tutto oro quello che luce, adombrando complotti e messinscene messi a segno imitando le modalità mafiose, sottintendendo, alla fine del ragionamento, che certi eroi farebbero bene a scendere precipitosamente dal piedistallo.
Non esiste una legge che vieti – se così si può dire – di fare le pulci a fatti di cronaca consacrati. Di continuare, cioè, a scavare, scandagliare, dando un altro ordine alle tessere di mosaici che da tempo hanno trovato una collocazione definitiva. E’ lecito fare le pulci, legittimo e comprensibile.
Per farlo, però, occorrono indubbiamente strumenti investigativi, mezzi, umani e non solo, e soprattutto tanto tempo a disposizione.
Tutto ciò non manca alla commissione parlamentare siciliana antimafia. Ed è per questo che ci riferivamo all’inizio a certi ambienti dell’“antimafia ufficiale”.

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Si resta però alquanto perplessi di fronte all’agenda di lavoro di questo organismo che in tutti questi mesi non ha mai trovato l’occasione di fare le pulci alla trattativa Stato-Mafia; nonostante una pesantissima sentenza di primo grado che avrebbe giustificato tantissimi approfondimenti in sede politica. Il che non è accaduto e non accade. Ed è un vero peccato.
In altre parole, non vorremmo che si parlasse d’altro, tirando la palla in tribuna, e facendo finta che i veri problemi siano altri. Un organismo parlamentare dovrebbe darsi delle priorità. Diversamente, si pesta l’acqua nel mortaio a esclusivo beneficio di telecamere e titoli ad effetto sui giornali.
Speriamo di esserci spiegati bene.

Foto © Jacopo Bonfili

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