Il 2020 sarà l’anno dell’azione per salvare la vita degli oceani

All’Onu meeting per preparare l’UN Ocean Conference in Portogallo: bisogna proteggere gli oceani senza indugi

Gli oceani del mondo sono in profonda crisi e ONG, istituzioni filantropiche e società civili sollecitano i governi e le imprese a intraprendere azioni coraggiose per salvaguardarli. Dopo un meeting preparatorio di due giorni a New York in vista dell’UN Ocean Conference  che si terrà dal 2 al 6 giugno in Portogallo, gli ambientalisti hanno consegnato una “A Blue Call to Action” al segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.

E’ la stessa Onu a dire in un comunicato che «Numerosi fattori di stress stanno erodendo la capacità dell’oceano di funzionare come sistema di supporto vitale del pianeta e quindi difendere la sua capacità vitale di produrre ossigeno, stoccare carbonio e fornire cibo e mezzi di sussistenza a miliardi di persone».

E’ partendo da questa crisi che l’Oceano Azul Foundation, insieme a Ocean Unite e Oak Foundation, ha riunito i rappresentanti di pescatori, popolazioni indigene, organizzazioni e fondazioni che si occupano di salvaguardia degli oceani, per concordare le priorità e le soluzioni comuni necessarie per affrontare la crisi degli oceani e aumentare il livello di ambizione all’azione a loro favore.

Al meeting preparatorio dell’UN Ocean Conference hanno partecipato anche ministri e rappresentanti della comunità imprenditoriale, delle agenzie intergovernative e delle Nazioni Unite, e sono state definite le aree chiave dell’azione oceanica, puntando a stimolare i governi e altri i decisori a rispettare i propri impegni.  Intervenendo al meeting preparatorio, presieduto congiuntamente dai governi di Palau e Danimarca, Tiago Pitta e Cunha, CEO dell’Oceano Azul Foundation, ha ricordato che «Le decisioni necessarie per affrontare la crisi oceanica sono state ritardate per troppo tempo, in modo simile alle modifiche per l’azione climatica. E’ necessario i concordare azioni concrete, il momento di spingere instancabilmente per tali azioni è ora. Secondo dati più recenti, il mondo ha al massimo 10 anni per vincere la battaglia per rimanere al di sotto della soglia di 1,5° C al di sopra dei livelli preindustriali ed evitare i rischi esistenziali che ne deriverebbero per la natura e le persone».

Alla conferenza stampa post-meeting tenutasi all’Onu, gli ambasciatori Ngedikes Olai Uludong di Palau e Martin Hermann della Danimarca, hanno sottolineato che «La conferenza di giugno è un’opportunità per aumentare lo slancio raggiunto con la prima conferenza delle Nazioni Unite sull’oceano nel 2017 e portare a un nuovo capitolo dell’azione oceanica. Il 2020 è un’enorme opportunità per la comunità globale di riunirsi e aumentare il livello di ambizione».

Il figiano Peter Tomson, inviato speciale Onu per l’Oceano, che come presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite aveva supervisionato la storica prima conferenza che ha portato all’indizione dell’ UN Decade of Ocean Science for Sustainable Development ha aggiunto che «Bisogna essere pronti a rafforzare la cooperazione internazionale e le partnership necessarie sviluppare la ricerca scientifica e le tecnologie innovative per il benessere dell’oceano».

Karen Sack, presidente e CEO di Ocean Unite, ha concluso: «Il nostro oceano è essenziale per tutta la vita sulla Terra, Chiediamo più protezione per l’oceano. senza indugi».

fonte: greenreport.it