Salvatore Borsellino denuncia: ”Scorretto utilizzare l’immagine di Paolo per fini elettorali”

di Giorgio Bongiovanni


“Nonostante io pensi che la tutela dell’immagine di Paolo Borsellino spetti soprattutto ai figli, non posso fare a meno di rimanere sconcertato ed addolorato dall’utilizzo dell’immagine di mio fratello accostata a quella di un partito politico e in occasione di una competizione elettorale”. A parlare è Salvatore Borsellino, in un comunicato pubblicato nel sito www.19luglio1992.com, a commento di un evento organizzato dal partito Fratelli d’Italia per questa sera, nel Comune di Podenzano. Nella locandina è evidente l’immagine del giudice ucciso dalla mafia assieme agli agenti di scorta, il 19 luglio 1992. “Ho sempre creduto e sostenuto che mio fratello abbia consapevolmente sacrificato la sua vita per il suo paese, per l’Italia, e che la sua memoria appartenga a tutti gli italiani – aggiunge ancora Borsellino – Utilizzarne l’immagine per fini meramente elettorali è una scorrettezza e un torto che si fa a Paolo stesso, tentando di fare diventare la sua memoria un simbolo di parte. È la stessa cosa che dissi a mia sorella quando si candidò in una competizione elettorale; le dissi che, benché rispettassi le sue scelte, non le condividevo, esattamente per le stesse ragioni che ho espresso prima, e questo nonostante allora la sua candidatura fosse destinata ad opporsi ad un governatore della regione siciliana poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa”.
Non possiamo che condividere le parole di Salvatore Borsellino che denunciano uno scandaloso e strumentale utilizzo dell’immagine di Paolo Borsellino, uno dei padri della nostra Patria, da parte di un partito come Fratelli d’Italia.
Una scelta stucchevole e che offende non solo i familiari di Borsellino (a proposito, la signora Fiammetta non ha nulla da dire in merito alla vicenda?) ma anche l’intelligenza degli italiani.
Il partito di Giorgia Meloni, infatti, non solo di recente ha visto dei rappresentati indagati per mafia, ma è comunque alleato con quella Forza Italia, fondata da un uomo della mafia come Marcello Dell’Utri, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, e da Silvio Berlusconi che, come dicono le sentenze, pagava la mafia dal 1974 almeno fino al 1992.
Ci auguriamo che cose di questo genere non accadano in un’Italia che non ha solo toccato il fondo, ma rischia di scendere ancora più in basso.

Foto © Letizia Battaglia

fonte: antimafiaduemila.com