Piemonte: Shell rinuncia a nuove trivellazioni

Legambiente: «Una vittoria per il territorio che ora può guardare con più serenità al futuro»

Shell ha comunicato al ministero dello sviluppo economico di voler rinunciare alle attività di ricerca di idrocarburi nell’area “Cascina Alberto”, estesa 462 km2 e che interessa 78 Comuni della province di Novara, Vercelli, Biella e Varese.

Shell Shell Italia E&P S.p.A. possiede una quota del 80% del permesso di esplorazione, mentre il restante 20% è di proprietà di Northern Petroleum Italia. Nel dicembre 2017 era stata presentata la Valutazione di impatto ambientale per l’esecuzione di un’indagine geofisica. La multinazionale petrolifera si impegnava a «ricercare petrolio in Italia in modo sostenibile, sicuro e responsabile ed ha allo stesso tempo interessi di breve e lungo termine. Quando Shell prende decisioni tiene in considerazione anche fattori economici, ambientali e sociali esterni. Shell ha un approccio organizzato relativamente ai temi della salute, sicurezza ed ambiente e si impegna a trovare i modi per ridurre al minimo l’impatto ambientale delle proprie operazioni. Nei territori dove Shell opera vuole essere un buon vicino e soprattutto gestire le ricadute sociali sulle comunità locali in tutte le proprie aree di attività. L’esplorazione Upstream si concentra sulla ricerca di nuove riserve di liquidi e gas naturale e sullo sviluppo di nuovi grandi progetti in cui la nostra tecnologia ed il nostro know-how rappresentano un valore aggiunto per i detentori delle risorse».

Ma a fine 2018 dalla Commissione Via è arrivato parere negativo con preavviso di rigetto, inizialmente Shell aveva risposto con chiarimenti e dati integrativi ma alla fine, anche di fronte alla diffusa contrarietà della popolazione e di ben 31 enti locali e di diversi comitati e associazioni, la multinazionale anglo-olandese di è ritirata.

L’area che sarebbe potuta diventare terreno di ricerca di gas o petrolio si trova tra i comuni di Gattinara, Ghemme, Sizzano e le aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, zone che hanno un’economia prevalentemente turistica, con centinaia di migliaia di presenze all’anno e con un’offerta che si basa su natura e paesaggio.

Secondo il presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta Fabio Dovana è «Una notizia importante che non potrà far che del bene al territorio -. Ci siamo sempre opposti ad una possibile nuova deriva petrolifera nella nostra Regione sia per il rischio a cui sarebbero stati sottoposti il territorio e la popolazione, sia perché il petrolio è una vecchia energia fossile causa di inquinamento, dipendenza economica, conflitti e protagonismo delle grandi lobby. La rinuncia di Shell è quindi una grande vittoria per chi si è opposto al progetto in questi anni e al tempo stesso un’opportunità per il territorio che ora può con maggiore serenità valorizzare la sua vocazione turistica e la pregiata produzione vitivinicola».

fonte: greenreport.it