Life vs Capital: a Napoli partono le scuole per chi sciopera contro i cambiamenti climatici

Capire la crisi, cambiare il mondo: gli attivisti Fridays for future hanno deciso di organizzare una scuola di auto-formazione e co-produzione

El nino que no estudia no es bueno revolucionarioil motto impresso su una parete della scuola di Barbiana, guidata allora da don Lorenzo Milani e preso in prestito dal componimento di un ragazzo sud-americano, è valido ancora oggi più che mai. E anche i ragazzi del movimento Fridays for future che scioperano da scuola contro i cambiamenti climatici ne riconoscono appieno il valore: lo testimonia la scelta degli attivisti e le attiviste di Napoli, che hanno deciso di organizzare una scuola “di auto-formazione e co-produzione di saperi ribelli”. Scuole di formazione per climate strikers che prenderanno vita dal 2 al 4 di ottobre: una due giorni dedicata completamente alla controcultura ecologista.

«La questione – spiegano gli attivisti – non è solo che la scuola, il sistema universitario e la ricerca sono decisamente indietro su questi temi (quanti corsi universitari sono stati cambiati radicalmente per mettere al centro la questione climatica?); piuttosto, crediamo che ci sia bisogno di un sapere alternativo, che non cerchi di costruire soluzioni con gli stessi strumenti che hanno costruito la crisi. Per tre giorni circa venti ricercatrici e ricercatori, attivisti e attiviste si alterneranno per discutere di cambiamenti climatici e città, femminismo ed ecologia, colonialità e crisi ecologica, energie rinnovabili e fuoriuscita dal fossile. Nel corso della scuola ci saranno interventi video da Barcellona, New York, Rio De Janeiro, dal Rojava e dall’Amazzonia. La scuola sarà gratuita ma invitiamo chi è interessato a registrarsi così da poter gestire più facilmente la logistica. Per registrarsi e richiedere informazioni: fridaysforfuturenapoli@gmail.com. Il programma è disponibile sulla pagina facebook di FFF Napoli https://www.facebook.com/events/2198416427125642/. La scuola si volgerà alla Sala del Capitolo di San Domenico Maggiore a Napoli».

Un’iniziativa encomiabile, che mostra la voglia di fare oltre che di protestare degli studenti coinvolti in prima persona all’interno del movimento Fridays for future. Con l’auspicio però che i “saperi ribelli” vengano coltivati con pragmatismo: affermare che siamo «stanchi di andare a fare alternanza negli inceneritori e di ascoltare professori e professoresse mentre ci dicono che questo modello di sviluppo è l’unico a cui dobbiamo abituarci» non è un buon viatico, in quanto anche il recupero di energia – dopo il riciclo e prima della discarica – è previsto dalla gerarchia europea per un corretta gestione dei rifiuti, e fa parte delle migliori esperienze di economia circolare in Europa. Non c’è gestione dei rifiuti senza tutti gli impianti necessari lungo la filiera, e Napoli purtroppo ne ha già reso testimonianza.

fonte: greenreport.it