Clima, un’estate «a due facce» ha messo in crisi l’agricoltura italiana

Confagricoltura: «I danni al settore primario sono consistenti perché piogge, grandine e trombe d’aria hanno colpito seriamente, e in alcuni casi irrimediabilmente, colture in campo»

Un’estate imprevedibile dal punto di vista meteorologico non ha giovato all’agricoltura italiana nel suo complesso – mantenendo i dovuti distinguo tra le varie colture e regioni geografiche –, colpendo con un susseguirsi di eventi calamitosi aperto a inizio luglio dall’alluvione di Moena in Trentino. Un evento che non si vedeva da 80 anni, fa notare Confagricoltura: in poco meno di due ore sono caduti circa 130 millimetri di pioggia.

Poi a partire da metà agosto nel Lazio intere coltivazioni sono state danneggiate da nubifragi, vento e in alcuni casi da grandine; lo stesso è accaduto in Sardegna, mentre la Campania ha visto perdite totali di ortaggi in pieno campo. A fine agosto, a Rodi Garganico, in Puglia, sono caduti in circa 2 ore 159 millimetri di pioggia, di cui la metà in circa 20 minuti.

«L’allarme meteo – aggiunge Confagricoltura – è proseguito pure nel primo fine settimana di settembre ed ha interessato diverse regioni centro settentrionali, tra cui Toscana, Marche, e soprattutto Veneto. In particolare la zona di Verona è stata colpita da un vero e proprio nubifragio che è degenerato in un’alluvione lampo. Tra Pedemonte e Santa Maria di Negrar, sono caduti fino a 170mm di pioggia».

Ma l’estate 2018 non ha portato “solo” bombe d’acqua. I repentini rovesci sono stati accompagnati da caldo afoso, raffiche di vento e grandine, che nella loro alternanza hanno colpito il territorio nazionale e l’agricoltura con danni diretti alle infrastrutture ed alle colture; ad essi poi sono seguiti gli attacchi dei patogeni, determinati da abbondante acqua e umidità, agli impianti delle coltivazioni, come nel caso dei vigneti e dei frutteti. Confagricoltura, con i suoi tecnici, sta verificando le conseguenze nelle aziende associate dell’ondata di maltempo che ancora persiste.

«I danni al settore primario – anticipa l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – sono consistenti perché piogge, grandine e trombe d’aria, hanno colpito seriamente, e in alcuni casi irrimediabilmente, colture in campo, prossime alla raccolta come nel caso dell’uva (da tavola e da vino) e della frutta».

fonte: greenreport.it