Lo schifo nucleare

di Karim El Sadi*
Una riflessione sul nucleare a 73 anni da Nagasaki e Hiroshima

rifiuti tossici
2018, diciamocelo, a pensarci quando eravamo piccoli ci immaginavamo un mondo completamente diverso da quello che viviamo oggi. Macchine che volano, mezzi iperveloci, telefoni multi-uso e fonti di sostentamento nuovissime e a consumo zero, erano solo alcune delle fantasie a cui pensavamo quando cercavamo di mettere il naso nel futuro prossimo. Per le prime aspettative ci siamo quasi, i cellulari e computer ormai fanno veramente tutto, anche per quanto riguarda le macchine volanti manca poco e potremo vedere pure quelle. L’unico neo sono le fonti di energia rinnovabili, che per carità hanno fatto enormi passi avanti nel corso del tempo ma sicuramente non basta. Si perchè se è vero che l’utilizzo di metano, fotovoltaici, energia idrica ed eolica hanno, quantomeno, contribuito a rendere leggermente più pulita casa nostra, è anche vero che certi vizi non finiscono mai. E’ il caso del nucleare. L’energia nucleare, che per certi aspetti potrebbe apparire più “pulita” e meno rischiosa (politicamente parlando) di quella derivante dai pozzi petroliferi, quindi proveniente da contesti di guerra come Iraq, Siria ecc… in realtà implicano notevoli rischi. Tra i veri pericoli quello delle scorie nucleari è certamente la conseguenza che più preoccupa. Le scorie radioattive, ovvero lo scarto di combustibile nucleare esausto derivante dalla fissione nucleare nel nocciolo o nucleo del reattore nucleare a fissione, pone la salute dell’ambiete e quindi della popolazione a rischi elevatissimi. Il motivo primario di tale rischio è che le quantità di scorie che possono variare da bassa a elevata radioattività, devono essere mantenute in appositi depositi dove devono essere isolate con metodi idonei fino al momento in cui le radiazioni non si siano abbassate ad una soglia naturale, e quindi sopportabile. Il problema sorge quando si deve trovare un luogo adatto a tale mansione (cosa al quanto complicata), poichè le scorie ad alta radioattività devono essere sotterate in profondità del terreno lontane da forme di vita dove resteranno al sicuro per migliaia di anni, prima di essere “assimilate dall’ambiente”.
In Italia centrali nucleari non ce ne sono principalmente a causa dell’elevata sismicità della penisola e dall’irregolarità di gran parte del terreno. “Quindi l’Italia è sana!”, potrebbe pensare qualcuno. Non proprio, in Italia ci sono oltre 90mila metri cubi di rifiuti radioattivi solo derivanti dalle centrali dismesse (75mila metri cubi) e dalle attività industriali, mediche e di ricerca (15mila), a cui si aggiungono 58mila metri cubi di rifiuti provenienti da attività di bonifica di installazioni industriali contaminate. Ogni anno nel nostro Paese l’industria e le strutture sanitarie, e la manutenzione e disattivazione degli impianti nucleari fermi, producono enormi quantitativi di scorie radioattive per le quali l’Italia non dispone ancora di un sito idoneo allo smaltimento che verrà installato (si spera) entro il 2024. Questa situazione ha aperto le porte, soprattutto in passato, allo stoccaggio illegale per mano della criminalità organizzata. E’ il caso della “terra dei fuochi” e di altre zone del sud Italia. Un fazzoletto di terra che comprendeva le campagne di Napoli e soprattutto Caserta, completamente contaminata da rifiuti tossici di ogni genere, inclusi nucleari. Negli anni ’90 il clan dei Casalesi nei boss Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti hanno seppellito in queste terre tonnellate e tonnellate di scarti nucleari provenienti da tutta europa e che, con il tempo, hanno inquinato totalmente la zona e causato la morte di chi sopra quelle terre ha costruito inconsciamente casa e famiglia. La questione nucleare persiste ancora oggi soprattutto per quanto concerne la corsa al riarmo. Durante questo anno il mondo intero è stato spettatore di una nuova e nefasta guerra fredda tra Stati Uniti e Russia. Ogni schieramento ha mostrato i propri “attributi”. Bombe atomiche inarrestabili come la Sarmat RS-28 alias “Satan 2” il nuovo missile russo capace di raggiungere la velocità di 25000 km/h ed una potenza 2000 volte superiore rispetto alla bomba sganciata su Hiroshima e Nagasaki. La bomba che ha cambiato per sempre il nostro mondo e che, “aprendo e chiudendo parentesi”, è scoppiata proprio oggi 73 anni fa.

*21 anni, gruppo Our Voice Marche (Italia)

Tratto da: ourvoice.it