La Cina punta allo sviluppo economico di alta qualità, riducendo povertà e disuguaglianza

Produzione intelligente, consumi interni e riduzione della capacità produttiva per centrare i nuovi obiettivi

di
Umberto Mazzantini

Ieri, dopo aver incassato dal Partito comunista il via libera a una sua possibile rielezione a vita, il presidente cinese  Xi Jinping ha detto che «La priorità deve essere accordata alla trasformazione e modernizzazione delle industrie nel quadro dello sviluppo economico di alta qualità».

Xi, che partecipava a una discussione con i deputati della Regione autonoma della Mongolia Interna durante la prima sessione della 13esima Assemblea popolare nazionale in corso a Pechino,  ha sottolineato che «Devono essere attuate delle iniziative per rafforzare e migliorare l’economia reale».

Sembra essere la fine della crescita rapida e di scarsa qualità (e di nessuna attenzione per l’ambiente e il clima) che ha caratterizzato la Cina degli ultimi 30 anni, ora Xi punta decisamente  a «Uno sviluppo di alta qualità», per poi avvertire che «Il vecchio modo di pensare non porterebbe la Cina da nessuna parte  e  le farebbe perdere opportunità preziose».

Non è certo un caso se in contemporanea l’agenzia ufficiale cinese Xinhua rilancia il programma di produzione intelligente e annuncia che il governo comunista pensa oer quest’anno di ampliarlo aggiungendo un centinaio di progetti pilota.

La produzione intelligente riguarda in particolare le materie prime,le attrezzature, i beni di consumo e i prodotti elettronici.

Il programma pilota è stato avviato nel 2015 e la Cina nel 1°16 ha selezionato più di 60 progetti e 97 progetti nel 2017, Secondo il piano quinquennale 2016-2020 per la produzione intelligente,  «La Cina rafforzerà la base e la capacità di sostegno della produzione intelligente e che porterà nell’insieme, entro il 2020, alla digitalizzazione dei principali settori produttivi tradizionali del Paese».

Secondo un rapporto di CIConsulting, un’istituto di ricerca delGuangdong, «Il settore della produzione intelligente della Cina conoscerà una crescita stabile di circa il 20% nel periodo 2016-2020 e la produzione annuale di questo settore supererà i 3.000 miliardi di yuan (circa 473 miliardi di dollari)».  Nell’ambito dello sviluppo economico di alta qualità, la produzione intelligente è considerato un asse essenziale pewr la trasformazione manifatturiera della Cina e una parte importante del piano “made in China 2015”.

Nella politica dello sviluppo economico di alta qualità la Cina punta a ridurre l’ineguaglianza sempre più evidente in un Paese che si dice “socialista”, a cominciare dal numero di poveri nella popolazione rurale che dovrebbero calare di oltre 10 milioni solo nel 2018. Il primo ministro Li Keqiang ha annunciato che oltre 2,8 millioni di cinesi saranno trasferiti in regioni più sviluppate e che «Gli sforzi per la riduzione della povertà verranno perseguiti attraverso lo sviluppo di industrie locali, l’educazione e la salute».

Il governo cinese è intenzionato a intensificare l’aiuto alle regioni più povere che riceveranno finanziamenti ad hoc in più rispetto a quelle più ricche. Li ha annunciato che «Delle misure di garanzia verranno applicate secondo la situazione di ogni famiglia e di ogni persona e per le persone anziane, gli handicappati e i pazienti che soffrono di malattie gravi e che si trovano in una particolare situazione di povertà. Le misure miranti a eradicare la povertà resteranno in atto durante tutta la fase decisiva, anche se i beneficiari sono già usciti dalla precarietà. Quanto a coloro che ricadono nuovamente nell’indigenza, saranno oggetto di un aiuto immediato».

Intanto, la Commissione nazionale dello sviluppo e della riforma della Cina ha espresso oggi fiducia nella capacità del Paese di centrare l’obiettivo di crescita annuale del 6,5%, mentre il consumo interno dovrebbe diventare un importante motore di sviluppo economico. L’obiettivo di crescita del 6,5% è stato fissato nel rapporto di attività del governo cinese per il 2018 e il ministro He Lifeng ha detto che sarà possibile centrarlo grazie al «Lavoro duro, alla resistenza e sostenibilità dell’economia cinese così come al potenziale del mercato. Con l’incremento dello sviluppo delle industrie emergenti e di un settore dei servizi moderno, nel 2018 il consumo potrebbe contribuire fino al 60% circa alla crescita economica». Nel 2017 i consumi interni cinesi  hanno contribuito fino al 58,8% alla crescita, cioè il 4% in più dei 5 anni precedenti.

He ha detto che «Gli investimenti quest’anno rappresenteranno un terzo della crescita, mentre la cIna li promuoverà n particolare nell’economia reale», Quanto al commercio estero messo in pericolo dai dazi di Donald Trumpo., il ministro cinese pensa che comunque «aumenteranno in maniera stabile e contribuiranno fino all’ 8 –  9% alla crescita, a condizioni che l’economia mondiale mantenga una crescita stabile».

He ha anche detto di aspettarsi «ulteriori progressi nella riforma strutturale del lato dell’offerta sulla base dei risultati  in settori quali la riduzione della capacità produttiva. Industrie come la produzione di vetro lucidato, del cemento e dell’alluminio per elettrolisi saranno gli obiettivi della prossima fase di riduzione della capacità produttiva del Paese».

Di fronte all’offensiva protezionistica di Trump (alla quale si ispira il nuovo leader del centro-destra italiano Matteo Salvini), la Cina è «determinata ad aprirsi maggiormente  al mondo ie ad aumentare il consumo della sua popolazione a reddito medio, che è in piena crescita».

fonte greenreport.it