Il Paese della Cuccagna

di Lorenzo Baldo
Attaccare i 5Stelle per nascondere al popolo italiano le nefandezze degli altri partiti

paese della cucagna

Al tempo in cui c’era la Cuccagna, andando a spasso, vidi appesi a un filo di seta Roma e il Laterano, e un uomo senza piedi che sorpassava un cavallo veloce, poi una spada così tagliente che spaccava un ponte. E vidi un asinello con il naso d’argento che inseguiva due svelte lepri, e un tiglio, bello grande, sul quale crescevano le focacce calde. Poi vidi una vecchia capra rinsecchita che si portava addosso cento carri di strutto e sessanta carri di sale. Vi ho mentito abbastanza?”. No, nel Paese della Cuccagna, citato dai fratelli Grimm, non si mente mai abbastanza. Luigi Di Maio e lo scandalo di “Rimborsopoli”? “Come Bettino Craxi!”, afferma deciso Matteo Renzi. E gli impresentabili nelle liste del Pd? Marco Travaglio ci ricorda che sono 27 fra indagati e imputati (per non parlare dei 3 nelle liste alleate: 2 in Civica Popolare della Lorenzin e 1 in Insieme), mentre in quella di Forza Italia sono 22 (abbondantemente rimpolpati dai 6 della Lega, dai 6 di Fratelli d’Italia e dagli 8 di Noi con l’Italia). Infine Liberi e Uguali che restano a quota 3. E i 5Stelle? A quota zero. Ma nel Paese della Cuccagna questo non conta. Meglio nascondere queste notizie e infierire piuttosto sulle cosiddette “mele marce” che hanno tradito il codice etico del Movimento con le mancate restituzioni di parte del loro stipendio destinato al fondo per il Microcredito.
Il pesante accanimento mediatico nei confronti dell’on. Giulia Sarti qualifica lo stato attuale dell’informazione in Italia. Dopo le recenti spiegazioni della deputata pentastellata, che proprio ieri ha sporto denuncia nei confronti del suo ex fidanzato accusato di averle sottratto una parte dei rimborsi destinati al Microcredito, è stata la volta della gogna 2.0 attraverso la diffusione di alcune foto private della Sarti, rubate da un hacker nel 2013, e “miracolosamente” riapparse in queste ore su varie chat e su alcuni telefonini di alcuni politici riminesi. Lo squallore di una simile operazione certifica immancabilmente la bassezza del livello dello scontro politico in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo. L’on. Alessandro Di Battista afferma in tv che dietro l’affaire “Rimborsopoli” non vede alcun complotto. Nulla da eccepire. Certo è che il bieco obiettivo di minare l’integrità psico-fisica dell’on. Sarti – alla quale va la piena solidarietà – appare del tutto evidente, e soprattutto appare alquanto funzionale ad un indebolimento del Movimento.
Gli italiani si scandalizzano perché Di Battista li ha definiti “rincoglioniti” per il fatto di continuare a credere alle menzogne di un pregiudicato come Berlusconi, dei suoi più fedeli alleati, o a quelle di un venditore di fumo come Matteo Renzi? E come bisognerebbe definire quel popolo che dimentica in tempo record il “curriculum” giudiziario del presidente di Forza Italia, le sue condanne, i suoi processi, o le indagini in corso per le stragi di mafia del ‘93? Come bisognerebbe descrivere quel popolo che giustifica le mistificazioni di Renzi? Si può parlare di un popolo pavido, opportunista, complice, o qualcuno si scandalizza? E che dire di quella popolazione che si abbevera dai pozzi avvelenati di Matteo Salvini che soffia forte sull’odio razziale per raccogliere voti? Ma qui di malato c’è solo il Dna di buona parte del popolo italiano. Che, senza alcun pudore, continua a venerare Berlusconi, Renzi, Salvini, la Meloni o i loro accoliti, con simili aspettative di chi a suo tempo osannava Benito Mussolini. La logica di chi ambisce al potere è alquanto semplice: prima che alle prossime elezioni si verifichi una probabile ingovernabilità, grazie ad una legge elettorale incostituzionale, bisogna distruggere in anticipo questo movimento politico così da recuperare più voti. E se ancora non dovesse bastare non dimentichiamo che siamo il Paese dove la destabilizzazione a suon di bombe è stata usata più volte per convogliare voti verso chi era più funzionale ad un sistema di potere. L’operazione strisciante di quei partiti “patriottici” di oggi finalizzata a instillare la paura, alimentando nuove forme di fascismo e xenofobia, porterà l’Italia alla deriva se non verrà fermata in tempo.
In conclusione: le azioni di alcuni esponenti del M5s rimbalzate alla cronaca nel caso “Rimborsopoli” non vanno certamente sminuite. Ma di fronte all’effettivo furto di democrazia e libertà perpetrato in questi anni dai principali partiti – a livello trasversale – assumono una valenza totalmente differente. Non va dimenticato che sono proprio i 5Stelle ad aver rinunciato ai 48 milioni di finanziamenti pubblici, né tanto meno va ignorato che i pentastellati non sono coinvolti nelle “Rimborsopoli” regionali e che, grazie alle loro donazioni prelevate dal proprio stipendio (a parte coloro che hanno tradito questo codice etico), sono nate 7mila startup.
Pesanti responsabilità riguardano invece la stragrande maggioranza dei media che, con i loro silenzi e le loro censure sull’abuso di potere o sulle menzogne dei politicanti di professione in questi anni, si sono resi complici del decadimento morale e culturale della società italiana.
Difendere la nostra Costituzione resta quindi l’unico imperativo per chi ha a cuore il futuro di questa bellissima e disgraziata nazione. Al di là di schieramenti o ideologie.
Eravate un popolo di analfabeti – afferma Massimo Popolizio mentre interpreta il ruolo del Duce nel film ‘Sono tornato’ –, dopo 80 anni torno e vi ritrovo un popolo di analfabeti. Ma il finale non è stato ancora scritto.

fonte: antimafiaduemila.com