Cortina e Cervinia affogano nella neve, ma nel 2100 sulle Alpi non ci saranno più ghiacciai

«Le attuali proiezioni suggeriscono che solo il 4-18% della superficie di ghiaccio di oggi rimarrà»

La scorsa settimana è toccato a Cortina d’Ampezzo, in questi giorni invece a Cervinia: dopo anni in cui i fiocchi di neve erano sempre più rari, le abbondanti nevicate che stanno segnando questa stagione invernale hanno già mandato in tilt due dei più noti simboli del turismo sulle nostre Alpi.

A Cortina sono dovuti intervenire i Vigili del fuoco per ripristinare la normalità, a fronte di una viabilità bloccata causa della neve e degli alberi caduti sotto la bianca coltre, con una cinquantina d’interventi lungo tutte le Dolomiti venete. A Cervinia invece, il Corriere della Sera riporta oggi come siano «allo studio alcune “finestre” per far defluire i turisti», con circa 12mila persone isolate.

Sarebbe però un tragicomico errore incrociare questi dati di fatto (che riguardano il meteo) con quelli che mostrano con crescente evidenza l’avanzata del riscaldamento globale (che riguardano il clima), anche alle nostre latitudini. Il concretissimo rischio – e a breve termine – che stanno correndo le Alpi è infatti di tutt’altra natura.

A spiegarlo con rinnovati dettagli è il recente studio Functional diversity and community assembly of river invertebrates show globally consistent responses to decreasing glacier cover pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Ecology and Evolution, cui ha contribuito anche l’idrobiologa del MUSE di Trento Valeria Lencioni, che su OggiScienza prospetta uno scenario drammatico: «Le attuali proiezioni suggeriscono che solo il 4-18% della superficie di ghiaccio di oggi rimarrà nelle Alpi entro la fine del XXI secolo, con la scomparsa nei prossimi decenni di tutti i piccoli ghiacciai, quelli con una superficie inferiore al chilometro quadrato», che rappresentano l’80% dei ghiacciai alpini. «Anche per questo le Alpi italiane sono un caso studio fondamentale per la costruzione di modelli di previsioni, con i loro ghiacciai destinati a scomparire in pochi decenni», con impatti che non riguardano certo “solo” l’industria del turismo.

«Stiamo vivendo un’emergenza ambientale, sociale ed economica a cui bisogna far fronte – conclude infatti Lencioni – Il ritiro dei ghiacciai sta comportando infatti la perdita di ‘beni’ indispensabili per l’umanità tra cui una minor disponibilità di acqua per l’irrigazione, per la produzione di energia idroelettrica e per uso potabile».

fonte: greenreport.it