I pesticidi neonicotinoidi riducono lo sviluppo degli ovari nelle regine dei bombi selvatici

Un pesticida comune ha un impatto sui bombi selvatici, interferendo con il loro ciclo di vita

Secondo il nuovo studio “General and species-specific impacts of a neonicotinoid insecticide on the ovary development and feeding of wild bumblebee queens” pubblicato su  Proceedings of the Royal Society   dai britannici Gemma Baron e Mark Brown della Royal Holloway University of London, e da  Nigel Raine, dell’università canadese di Guelph, «Le regine di bombi selvatici sono meno in grado di sviluppare i loro ovari quando esposte a un  comune  pesticida neonicotinoide».

I bombi sono insetti sociali, che vivono in colonie. Quando le regine emergono dai loro rifugi in primavera, dopo aver trascorso il letargo invernale da sole, escono in cerca di cibo e di un posto per nidificare. Ma rischiano subito di essere esposte ai pesticidi mentre si cibano sui fiori nelle aree agricole.

Ogni regina costituisce il proprio nido, depone le uova, e produce alcune centinaia di figlie operaie.  Verso la fine della stagione, i maschi e le regine si accoppiano  e la regina esce nuovamente dal nido per andare alla ricerca di un compagno. Solo regine fecondate possono andare in letargo, dopo essersi sovra-alimentate di polline e nettare per costituire  i necessari depositi di grasso.

I bombi sono in declino a livello globale, a causa delle minacce provenienti da agenti patogeni, della perdita di habitat e dei pesticidi.

Lo studio ha esaminato l’effetto dell’esposizione, a livelli presenti sul campo, a un insetticida neonicotinoide il thiamethoxam, sul comportamento alimentare e sviluppo degli ovari  di quattro specie di regine di bombi.

La Baron, della School of biological sciences, della Royal Holloway University, spiega: «Abbiamo sempre trovato che l’esposizione ai neonicotinoidi, a livelli che mimano l’esposizione che regine potrebbero sperimentare nei territori agricoli, ha determinato una riduzione sviluppo dell’ovario nelle regine di tutte le quattro le specie che abbiamo testato. Gli Impatti dell’esposizione ai neonicotinoidi sul comportamento alimentare sono stati specie-specifici, con due delle quattro specie che si sono cibate meno di nettare artificiale quando sono state esposte  al pesticida. Questi impatti sono in grado di ridurre il successo delle regine dei bombi in primavera, con effetti a catena per le popolazioni di bombi nel corso dell’anno».

Dato che è il primo ad esaminare gli impatti di queste sostanze chimiche su più specie di bombi, questo studio è un contributo importante per la comprensione dei potenziali costi ambientali dell’utilizzo di questa classe di insetticidi.

La Baron sottolinea che «Gli studi precedenti si erano concentrati su una singola specie di bombi e hanno esaminato gli impatti sugli operai e sulle colonie stabilite. Le popolazioni di bombi si affidano alle regine in primavera per avere successo, e osservando gli impatti del thiamethoxam su regine più specie in primavera, abbiamo ottenuto un cambiamento radicale nella nostra comprensione».

Attualmente sul thiamethoxam e su due altri  neonicotinoidi.è in atto una moratoria dell’Unione europea e Raine, della School of environmental sciences dell’università di Guelph, spiega a sua volta che «L’Unione europea e altri Paesi, stanno valutando i vantaggi dell’utilizzo dei neonicotinoidi per proteggere le colture, rispetto alle reali preoccupazioni su come questi pesticidi possono causare danni non intenzionale agli  impollinatori e ad altri insetti utili. Questo lavoro sulle regine dei bombi selvatici aggiunge in modo significativo conoscenze di  base su cui poter prendere decisioni politiche così importanti».

Brown, anche lui della School of biological sciences, della Royal Holloway University, conclude: «Il nostro lavoro fornisce un importante passo avanti nella comprensione degli impatti generali e specie-specifici dei neonicotinoidi sulle api selvatiche. Futuri studi su diverse specie sono in grado di dimostrare ulteriormente la variazione dell’impatto dei neonicotinoidi, e la conduzione di tali studi deve essere una priorità per gli scienziati e i governi».

fonte: greenreport.it