Lo scandalo del Terzo Valico: amianto e intercettazioni

Il dirigente Cociv: «Tanto la malattia arriva tra 30 anni». Legambiente e No Tav: «Stop immediato ai lavori»

Terzo valico amianto

Cresce l’indignazione dopo la pubblicazione delle ributtanti intercettazioni telefoniche di un dirigente manager del consorzio che sta costruendo il Terzo valico, Ettore Pagani, ex vice presidente di Cociv, riguardo al rischio amianto,

Rispondendo al telefono a chi gli faceva notare che «il primo che si ammala è un casino», Pagani ha detto: «chissenefrega dell’amianto, tanto la malattia arriva dopo trent’anni».

Secondo Claudio Sanita del Movimento No Tav Terzo Valico «E’ la conferma che c’è gente che gioca con la salute delle persone. L a conversazione intercettata può solo far rabbrividire chi ha la schiena dritta, soprattutto in un territorio che il dramma dell’amianto lo conosce davvero»  Sanita ha denunciato la responsabilità della classe politica al Governo che ha comunque deciso di dare il via ai lavori nonostante le numerose segnalazioni sull’amianto dei comitati».

Il Circolo Val Lemme di Legambiente sottolinea:  Ancora una volta apprendiamo dalla stampa la gravissima superficialità e estrema inadeguatezza con cui le Autorità competenti stanno gestendo la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi e il correlato rischio amianto. Le parole espresse da uno dei dirigenti del General Contractor, successivamente arrestato, e intercettate dalla Guardia di Finanza sono a dir poco vergognose e dimostrano la mancanza di controllo e di valutazione nella scelta delle persone che gestiscono un’opera da 6 miliardi e 200 milioni di euro di denaro pubblico».

Secondo gli ambientalisti  è «ancor più censurabile, al limite del grottesco», quanto sostenuto dal Sindaco di Voltaggio nel corso del Consiglio comunale tenutosi la scorsa settimana, nel quale, secondo Il Nostro Giornale, ha affermato che «Il problema dell’amianto non esiste. I cantieri e i siti di deposito sono controllati da Arpa e da Asl».

Il cigno verde della Val Lemme ribatte che «il problema dell’amianto invece c’è, come dimostrato da quel che è comparso sui giornali e come rilevato ampiamente in questi anni».

Il circolo piemontese di Legambiente pubblica quanto rilevato da Arpa Piemonte – Polo Amianto nel corso del monitoraggio dei cantieri, propedeutici al Terzo Valico, di allargamento della sede stradale SP 160 KM 19+100 Comune di Carrosio e KM 21+500 Comune di Voltaggio, e spiega che si tratta di rilevazioni effettuate a cantieri fermi e quindi senza attività di scavo e movimentazione mezzi di cantiere:

«omissis….durante il sopralluogo in entrambi i cantieri è stata osservata la presenza di rocce potenzialmente contenenti amianto, pertanto si è proceduto al prelievo a scopi conoscitivi, di 2 campioni puntuali del materiale scavato in cui erano visibili evidenze fibrose, con i seguenti esiti analitici:

o Campione 1, prelevato presso il cantiere “CH01” (Comune di Voltaggio): presenza di amianto delle tipologie Crisotilo e Tremolite d’amianto; Campione 2, prelevato presso il cantiere “Muro M16” (Comune di Carrosio): presenza di amianto della tipologia Tremolite d’amianto;   successivamente, in data 19/05/16 si è proceduto sugli stessi cantieri al campionamento di terre e rocce per l’effettuazione dell’analisi quantitativa che ha dato i seguenti esiti:

o Campione prelevato presso il cantiere “CH01” (Comune di Voltaggio): amianto presente; Concentrazione < 100 mg/Kg; Campione prelevato presso il cantiere “Muro M16” (Comune di Carrosio): amianto presente; Concentrazione = 161 mg/Kg. ……Omissis… In data  “30/06/2016 il personale del polo amianto si è recato in prossimità dei cantieri per effettuare un campionamento di materiale aerodisperso nei punti individuati ….omissis…I risultati ottenuti sono i seguenti: Cantiere “Muro M16” (nel comune di Carrosio), durata 2 ore e 30 min (V=1500 litri circa), Conc. di amianto in SEM= 1.1 FF/l» 

Legambiente Va Lemme rivcorda che «una valutazione dei livelli di concentrazione di fibre di amianto aerodisperse può essere effettuata confrontandola con il valore limite di riferimento di 1 fibra per litro indicato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO Air Quality Guidelines for Europe, 2nd edition, 2000)».

Gli ambientalisti concludono: «Riteniamo tutti i soggetti pubblici, in particolare i Sindaci, e i soggetti privati che sostengono il Terzo Valico, responsabili del rischio a cui sottopongono la salute dei cittadini e dei lavoratori delle province di Alessandria e Genova al solo fine di realizzare una costosissima infrastruttura inutile, per la quale non è mai stata provata l’utilità pubblica, non è mai stata presentata una seria analisi costi-benefici, non è mai stata indetta una gara d’appalto. Fermate il Terzo valico: i cittadini non devono morire di amianto, né in Val Lemme, né in Val Polcevera né altrove, né oggi, né domani, né tra trent’anni».

Da parte loro, i No Tav Terzo Valico dicono: «Nulla di nuovo purtroppo per chi da anni si batte contro la costruzione dell’opera e per primo ha denunciato il rischio amianto legato alla costruzione del Terzo Valico. A quel tempo gli attivisti del movimento si sentirono dare degli allarmisti dai Sindaci intenti a gustarsi la torta delle opere compensative. In una provincia che continua a piangere i morti di Casale Monferrato la puzza di ipocrisia sta diventando nauseabonda».

Infatti, la vicenda delle intercettazioni sui lavori per il Terzo Valico  riporta alla ribalta non solo i rischi dell’amianto, ma anche la necessità di avviare a smaltimento in modo sicuro la fibra killer. Cosa che, come chiedono da sempre da Legambiente, ha bisogno di impianti che spesso non si riescono a fare per le opposizioni locali. Così l’Italia dello scandalo del Terzo valico non è in grado di smaltire in sicurezza l’amianto che è stato disseminato in giro per il nostro Paese.

fonte: greenreport.it