Ecco perché la Rai ha cancellato Ambiente Italia

Anzaldi (PD): «Risposta Rai evasiva e arrogante, con argomentazioni pretestuose e artefatte»

ambiente-italia

La Rai ha cancellato dal palinsesto la trasmissione Ambiente Italia e i deputati del Partito democratico Michele Anzaldi e Silvia Fregolent, Lorenza Bonaccorsi e Umberto D’Ottavio e i senatori  Francesco Verducci, vicepresidente della Commissione di vigilanza Rai, Stefano Vaccari e Massimo Caleo, vicepresidente della Commissione ambiente, anche loro del PD, hanno presentato delle interrogazioni parlamentari, rivolte ai vertici dell’azienda di viale Mazzini, di Rai3 e della testata giornalistica regionale, per chiedere di «Rivedere la decisione di cancellare la trasmissione Ambiente Italia dai palinsesti Rai, per fornire agli utenti un’informazione ambientale adeguata e rispettare così il contratto di servizio».

I tre senatori del PD scrivevano: «In onda da settembre 1990 su Rai3 per oltre 20 anni Ambiente Italia è riuscito a raccontare agli italiani le condizioni ambientali del nostro Paese, ricco di uno straordinario patrimonio naturale e culturale che merita di essere difeso e valorizzato. E’ del 10 settembre la notizia che la trasmissione è stata cancellata dai palinsesti, dopo un ridimensionamento drastico della durata e il penalizzante spostamento dell’orario dalle 14.50 alle 13.00, in contemporanea con i telegiornali. Eppure Ambiente Italia ha ricevuto numerosi premi ed apprezzamenti nel corso degli anni di programmazione e la sua soppressione ha provocato le proteste, tra gli altri, della Federazione italiana media ambientali, dei media e degli stessi componenti della Commissione di vigilanza. E’ per questo che chiediamo al presidente e al direttore generale della Rai, nonché ai direttori di Rai 3 e della Testata giornalistica regionale, quali siano le ragioni di questa decisione e se non intendano rivederla, alla luce delle esigenze di fornire agli utenti un’informazione ambientale adeguata e di tipo partecipativo, come previsto dal contratto di servizio».

Ecco cosa risponde la Rai ai parlamentari del PD:

In merito alle interrogazioni sopra citate sì informa di quanto segue.

In primo luogo, si ritiene opportuno mettere in evidenza come per circa 25 anni la TGR Piemonte abbia realizzato – con lusinghieri riscontri in termini di gradimento e di ascolti – due trasmissioni a diffusione nazionale (in onda su Rai Tre): “Leonardo” e “Ambiente Italia”; i due prodotti editoriali, dunque, sono nati in contesti sociali, industriali, scientifici, ambientali oggi profondamente mutati. In più occasioni, quindi, per attualizzare i due programmi, si sono apportate le necessarie modifiche, aggiornamenti, adeguamenti e correttivi, sempre al fine di realizzare due appuntamenti televisivi vivi, interessanti e ampiamente fruibili.

Nel quadro sopra sinteticamente descritto si è ritenuto in questa fase di intervenire con una soluzione incentrata contestualmente sui due capisaldi del “potenziamento” e della “integrazione”, puntando sullo spazio di “Leonardo” (ampliandolo, rafforzandolo e valorizzandolo) e di integrare in questo spazio i temi dell’ambiente, dell’ecologia, della sostenibilità e della salvaguardia del territorio. I motivi principali alla base di tale scelta possono essere così sintetizzati:

“Leonardo” è una trasmissione quotidiana (in onda dal lunedì al venerdì) che, pertanto, gode già di una articolazione, di un impatto e di un rilievo strutturalmente più ampi rispetto ad “Ambiente Italia” (che ha invece cadenza settimanale);

“Leonardo” ha una collocazione più appetibile nel palinsesto di Rai Tre perché è in onda dopo il TG3 del primo pomeriggio (mentre la rubrica sull’ambiente è collocata al sabato mattina).

Sotto il profilo dei contenuti, si è ritenuto di procedere ad una integrazione fra le due trasmissioni, sotto il marchio di “Leonardo”, tenendo conto dei mutati paradigmi scientifici e informativi che sottendono le tematiche ambientali: l’attenzione al territorio e alle sue drammatiche problematiche è passata da un approccio prevalentemente protestatario a un più pregnante spessore contenutistico. Naturalmente, la denuncia e la contrapposizione restano elementi rilevanti e per certi versi irrinunciabili nel quadro delle azioni sociali e politiche a sostegno dell’ambiente, ma a essi si è aggiunta progressivamente una necessità di documentazione, di puntualità e di valenza scientifica che sta conferendo nuova carica e nuova linfa all’intera cultura ecologista. A ciò si deve connettere il dato di fatto che, ormai, il campo d’interesse della tradizione ambientalista si è enormemente allargato verso orizzonti che comprendono interessi sociali estremamente diversificati e che vanno solo per fare due esempi – dalla nutrizione alla geofisica (dove, di nuovo, i punti sensibili e più controversi richiedono supporti oggettivi, in primis nel quadro dell’informazione veicolata dal servizio pubblico).

In tale quadro è da inserire l’operazione di integrazione sopra sintetizzata, con l’obiettivo di posizionare all’interno di un rinnovato progetto editoriale di taglio scientifico – opportunamente ampliato e potenziato – le questioni collegate alla difesa dell’ecosistema, per consolidare e irrobustire ogni ragione e ogni confronto su temi così delicati, coinvolgenti e quanto mai bisognosi di dati, prove, testimonianze, nonché di apparati critici improntati al rigore delle analisi, delle statistiche e della ricerca.

Per le ragioni suddette il nuovo sottotitolo di “Leonardo” diviene “il TG della scienza e dell’ambiente”, con il passaggio della durata quotidiana da 10 a 15 minuti (corrispondenti a livello settimanale ai 25 minuti che costituivano la durata netta di “Ambiente Italia”); la volontà è quella di dare (almeno) ai cinque minuti quotidiani suppletivi di “Leonardo” un contenuto attento alle ragioni dell’ecosistema, in tutte le sue declinazioni (in particolar modo quelle articolate su base ragionate, nel rispetto della missione della TGR che produce il programma). E’ peraltro nella natura dell’informazione televisiva l’ampia possibilità che i terni ecologisti superino più volte, e nel rispetto della missione della TGR che produce il programma). E’ peraltro nella natura dell’informazione televisiva l’ampia possibilità che i temi ecologisti superino più volte, e abbondantemente, i cinque minuti aggiuntivi.

RAI

Michele Anzaldi, che fa parte della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, non è per nulla soddisfatto della risposta e sulla sua pagina Facebook scrive: «Anche in questo caso, come in tanti precedenti, la risposta dell’azienda è stata evasiva e arrogante, con argomentazioni pretestuose e artefatte. Mettere sullo stesso piano un settimanale di approfondimento sull’ambiente con una trasmissione quotidiana di carattere scientifico, infatti, è improprio dal punto di vista del linguaggio televisivo e serve solo a cercare di nascondere la realtà: prima c’era una trasmissione settimanale sull’ambiente, ora è stata cancellata».

Secondo il deputato del PD, «Anche affermare, come fa la Rai nel rispondere all’interrogazione, che l’informazione ambientale ora si fa con le argomentazioni scientifiche e non più con le proteste significa non conoscere la storia dell’ambientalismo, che si è sempre fondato su dati e argomentazioni scientifiche per contestare scelte economiche e progettuali dannose per l’ambiente e per la salute».

Anzaldi conclude: «Alla luce di quest’ultima risposta, evasiva come anche le precedenti, appare sempre più necessario discutere della missione del servizio pubblico e di come si intende perseguirla per rispettare il contratto di servizio. Sarebbe opportuno, su questo, ascoltare le più importanti e storiche associazioni ambientaliste, come Legambiente, Wwf, Greenpeace, Italia Nostra e le altre, cui dobbiamo gran parte della sensibilità ambientale che è cresciuta negli ultimi anni nel nostro Paese».

fonte: greenreport.it