Fiume rosso in Siberia, il gigante minerario Norilsk Nickel ammette: colpa nostra

Greenpeace e popoli autoctoni: non rispettati gli standard di sicurezza minimi

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Alla fine, dopo averlo negato per una settimana, la Norilsk Nickel (Nornickel), il più grande produttore di nichel del mondo, ha ammesso che il fiume Daldykan, nell’Artico siberiano, è diventato rosso sangue a causa di una  fuoriuscita  da uno dei suoi impianti.

Rispondendo finalmente con un comunicato alle segnalazioni dei  media locali risalenti al 6 settembre, la multinazionale mineraria russa spiega che «Nornickel ha indagato sulle ragioni del temporaneo cambiamento di colore del fiume Daldykan situato nella zona industriale Norilsk. I risultati delle indagini: nel 2015-2016 la Società ha modernizzato i lagunaggi degli sterili e le  pipeline degli sterili dell’impianto  idrometallurgico del  Nadezhda Metallurgical Plant (Nmp). All’inizio di settembre il montaggio e l’assemblaggio dell’ultima sezione della tubazione era nella fase finale. Prima che la tubazione venisse riempita, la procedura di lavoro standard richiede di scaricare l’intera pipeline con lo scarico delle acque di lavaggio in una diga di sterili». Le dighe erano state riempite per impedire che questi reflui si diffondessero ma, dice la Norilsk Nickel, «Il 5 settembre, dopo forti piogge anomale (la zona ha ricevuto circa il 50% delle precipitazioni medie mensili nel corso delle 24 ore) si è verificata la tracimazione di una delle e l’acqua è entrata fiume Daldykan».

La  Nornickel però  respinge ogni riferimento a un possibile disastro ambientale: «A breve termine colorazione colore fiume per i sali di ferro non presenta rischi per le persone e la fauna del fiume.
La Società assumerà tutte le azioni necessarie per valutare le aree con il maggior inquinamento storico ed eliminare gli effetti della vecchia pipeline degli sterili», eliminando la parte superficiale del terreno. Nornickel assicura che «Aumenterà gli sforzi per evitare tali incidenti in futuro».

A dire il vero, il ministero dell’ambiente russo aveva detto subito che  la colorazione rossa del Daldykan,era con tutta probabilità dovuta a una perdita di inquinanti chimici da un tubo del Nadezhda Metallurgical Plant, ma la Norilsk Nickel aveva addirittura negato tutto, pubblicando immagini del fiume che sarebbero state scattate il 7 settembre e che mostravano un fiume dalle acque limpide. La multinazionale russa aveva poi comunque categoricamente negato di essere la responsabile del disastro quando le vere immagini del fiume rosso hanno cominciato a fare il giro del mondo.

Le popolazioni indigene siberiane accusano da sempre la  Norilsk Nickel di non rispettare i già molto permissivi standard di sicurezza russi e, riguardo alle rassicurazioni odierne su fauna e flora Alexei Kiselyov, di Greenpeace Russia, dice che «E’ troppo presto per giudicare l’impatto. Si può dire solo che è un grosso problema. Norilsk Nickel ha accesso a tutta la penisola di Tajmyr, dove  è avvenuto l’incidente, la controlla,  ostacolando gli investigatori che vogliono esaminare l’inquinamento proveniente dai suoi  impianti».

fonte: greenreport.it