Sulle trivelle il Pd fa ufficialmente campagna per l’astensione. Legambiente: «Scandaloso»

Muroni (Legambiente): «Anche noi avremmo preferito che questo referendum non avesse luogo. Sarebbe bastato un intervento del governo»

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Il Partito democratico (Pd) campeggia tra i soggetti politici che intendono partecipare alle tribune politiche e usufruire degli spazi per i messaggi autogestiti sulle emittenti private, comparsa ieri (ultimo giorno utile) sul sito per l’Autorità garante per le comunicazioni. «È scandaloso che il partito democratico si sia iscritto tra i soggetti politici che faranno campagna per l’astensione al referendum del 17 aprile. C’è qualcosa che non funziona – sottolinea Rossella Muroni, presidente di Legambiente – nel fatto che il partito del presidente del Consiglio inviti pubblicamente gli italiani a non recarsi alle urne», una manifestazione di democrazia al di là delle legittime posizioni sul voto.

Che al governo questo referendum non piaccia non è cosa nuova, ricordano dal Cigno verde. Un chiaro segnale è già arrivato dalla scelta della data del 17 aprile, con tempi strettissimi per informare i cittadini sul quesito, e dal rifiuto di optare invece per un election day che, accorpando il referendum alle elezioni amministrative, avrebbe lasciato più tempo per coinvolgere gli italiani e consentito un risparmio non indifferente di 360 milioni di euro alle casse dello Stato. Ora, però, la posizione del governo non è più solo un’impressione. E l’intenzione di ostacolare una consultazione democratica così importante come un referendum popolare è dichiarata: il Partito democratico sui mezzi radiotelevisivi inviterà ufficialmente gli italiani a non presentarsi alle urne.

«Anche noi – conclude Muroni – avremmo preferito che questo referendum non avesse luogo. Per evitarlo sarebbe bastato un intervento del governo che andasse incontro alle richieste delle Regioni che hanno promosso la consultazione. Ora, dopo la carta del silenzio sull’indizione del referendum e la valenza del quesito, si gioca quella dell’astensione. Evidentemente spaventa il lavoro d’informazione che, faticosamente, il fronte del Sì sta portando avanti sul territorio sull’assurdità di togliere la scadenza alle concessioni già rilasciate per l’estrazione e la ricerca di gas e petrolio nel nostro mare entro le 12 miglia, per dare agli italiani la possibilità di scegliere con conoscenza di causa. Noi  al governo continuiamo a chiedere dov’è il piano energetico nazionale che ci consentirà di rispettare gli impegni internazionali sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e di andare verso un futuro 100% rinnovabile. Magari ora il Pd ce lo dirà in tv».

Fonte:greenreport