Ecco come i delfini vedono gli esseri umani in 3D con l’ecolocalizzazione

Realizzata la prima stampa 3D di un essere umano utilizzando l’ecolocalizzazione di un delfino

Delfino 3D

Per la prima volta nella storia dei delfini  e della comunicazione animale, gli scienziati hanno ripreso quello che un delfino vede quando ecolocalizza un essere umano. Un team di ricerca statunitense e britannico che si occupa di  delfini  ha annunciato di aver realizzato le  prime stampe 3D al mondo di un essere umano utilizzando i dati delle registrazioni dell’ ecolocalizzazione dei delfini e spiegano che «Le stampe sono realizzate con un processo multi-step unico che registra e isola i suoni dell’ecolocalizzazione dei delfini  su oggetti specifici, crea immagini bidimensionali da quei suoni, e utilizza l’analisi delle foto per estrarre i dati tridimensionali dalle immagini. I dati vengono poi utilizzati per stampare le repliche degli oggetti originali usati nell’esperimento, tra cui la prima stampa in 3D al mondo di un essere umano come viene visto con l’ecolocalizzazione da un delfino.

Il leader del team di ricerca e fondatore di SpeakDolphin.com, Jack Kassewitz,  spiega a sua volta: «Abbiamo lavorato sulla comunicazione dei delfini per più di un decennio. Quando abbiamo scoperto che i delfini non esposti all’esperimento di ecolocalizzazione potrebbe identificare gli oggetti i suoni registrati dai delfini con il 92% di precisione, abbiamo iniziato a cercare un modo per vedere cosa c’era in quei suoni».

Kassewitz ha arruolato John Stuart Reid, inventore del CymaScope, per la ricerca di immagini sonore nelle registrazioni delfini, un  processo di imaging brevettato che  imprime vibrazioni soniche sulla superficie di acqua ultra pura. Reid evidenzia che «Quando un delfino scansiona un oggetto con il suo fascio di suoni suono ad alta frequenza, ogni click breve acquisisce un fermo immagine, simile ad una macchina fotografica che scatta  fotografie. Ogni click di delfino è un impulso di suono puro che viene modulato dalla forma dell’oggetto».

In questo caso, Reid ha utilizzato le registrazioni dell’ecolocalizzazione per catturare immagini 2D chiaramente identificabili in un ’esperimento, che comprendevano un vaso di fiori, un cubo, il simbolo + in plastica e un essere umano. Kassewitz poi  ha contattato la 3D Systems,  leader mondiale della stampa 3D e nella progettazione digitale e produzione 3D , per trasformare i dati delle immagini 2D in 3D-printable. vrml file. I file sono stati poi realizzati con a con una  stampante 3DS Projet 660, permettendo di stampare rapidamente gli oggetti a colori e mantenendo le caratteristiche iniziali dell’immagine CymaScope.

Kassewitz  è soddisfatto del risultato ottenuto: «Eravamo già  entusiasti per il successo della prima stampa di un cubo da parte del brillante team di 3D Systems, ma vedere la stampa 3D di un essere umano ci ha lasciato tutti senza parole. Per la prima volta in assoluto, potevamo tenere in mano e dare uno sguardo a ciò che vedono i cetacei con il suono. Quasi ogni esperimento ci sta portando più immagini con un maggiore dettaglio».

Il prossimo obiettivo del team è quello di scoprire se e come i delfini possono condividere  queste immagini prodotte dall’ecolocalizzazione come parte di un linguaggio suono-pittorico. Il pluripremiato regista Michael Watchulonis e David Albareda di Devised TV  hanno anche realizzato un documentario televisivo sulla scoperta del team di ricerca sule  immagini 3D dell’ecolocalizzazione dei delfini  e Watchulonis  ha detto che «Il rigore scientifico e l’ingegno che ha dimostrato il team di  Kassewitz  negli esperimenti di comunicazione visiva per una stampa 3D di un essere umano sono pazzeschi. E’ una storia piena di colpi di scena e momenti eureka  nella  loro missione per connettersi con alcune delle creature più intelligenti del nostro pianeta. Non vediamo l’ora di portarlo sul grande schermo».

Kassewitz è convinto che ci sia ancora molto da fare e da scoprire sulla misteriosa visione e sulla raffinatissima comunicazione sonoro-visiva dei delfini e dei cetacei in generale e conclude: «Il delfino ha avuto una cinquantina di milioni di anni per evolvere il suo senso dell’ecolocalizzazione, mentre i biologi marini studiano la fisiologia dei cetacei da solo circa cinque decenni e ho lavorato con John Stuart Reid per appena cinque anni».

Fonte:greenreport