Renzi, il Pd e lo Stato-Mafia

di Giorgio Bongiovanni – 25 giugno 2015

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Il 24 novembre del 2014, in seguito alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna e Calabria Saverio Lodato nell’articolo “Povero Renzi , come ti sei ridotto”, pubblicato dal nostro giornale online, aveva offerto uno spaccato quanto mai realista della tragica situazione politica in Italia, trascinata da un Pd che sempre più si avvicinava verso il baratro. Noi oggi invitiamo a rileggere l’analisi di Saverio Lodato, che senza alcuna dote di chiaroveggenza aveva previsto l’inesorabile discesa ideologica che vive attualmente il Pd. A partire proprio dall’annichilimento di gran parte dell’elettorato di una delle regioni da sempre all’avanguardia nella partecipazione politica del popolo. Lodato aveva previsto che questo governo avrebbe continuato sulla linea delle promesse non mantenute e del “far finta” di cambiare qualcosa. Senza parlare della lotta alla mafia, ben lontana delle mire di questo partito.
Come aveva fatto Lodato a prevedere che il Pd, figlio del più grosso partito di sinistra, quello di Enrico Berlinguer che ha avuto martiri ed eroi come Pio La Torre, oggi tradisca le sue origini tanto spudoratamente? Di certo Lodato ha avuto modo di conoscere da molto vicino il Pci di Berlinguer e Pio La Torre: nei primi comizi che Berlinguer fece a Palermo c’era a presentarlo, come alcune foto dimostrano, il giornalista Lodato. Malgrado anche allora avesse contraddizioni, limiti ed errori interni il Pci era comunque un grande partito al quale ci si poteva affidare per determinate battaglie.

Per questo ci permettiamo di dire che Berlinguer, Pio La Torre e altri intellettuali all’epoca appartenenti a quel grande movimento politico mai avrebbero immaginato che oggi il leader di quel che resta del Pci, Matteo Renzi, potesse sfacciatamente sedersi al tavolo con un uomo che ha rappresentato la mafia: Silvio Berlusconi, (il cofondatore di FI infatti è Marcello DellUtri, ora in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, ndr) per trattare la riforma della nostra Costituzione. Come non avrebbero mai immaginato che i vertici di ciò che resta di quel partito potessero un giorno, in forma paradossale e ironica, ammonire fin quasi ad espellere il presidente della commissione antimafia Rosy Bindi per aver stilato la lista degli Impresentabili, politici ineleggibili anche all’interno del Pd (ad esempio Vincenzo De Luca, ciononostante eletto in Campania nelle ultime regionali, ndr). Mai potevano immaginare, i personaggi precedentemente citati, che si potesse vivere una situazione di questo livello. Ecco perché Lodato, conoscendo bene la mafia e avendo conosciuto Falcone e Borsellino, aveva già visto a novembre come sarebbe andato a finire quel partito che fu di Antonio Gramsci e che oggi invece, salvo rarissime eccezioni, si è ridotto ad un’accozzaglia di incompetenti, collusi e arroganti uomini di potere.

fonte:Antimafiaduemila