Scarpinato: "A Palermo per la sicurezza sono previste misure eccezionali"

di Umberto Lucentini –
scarpinato c castolo giannini

“Quando mi sono insediato come Procuratore generale a Palermo ho trovato una situazione della sicurezza dei corpi di fabbrica del palazzo di giustizia molto deficitaria. Ho quindi chiesto al comandante provinciale dei Carabinieri e a tutti i capi degli uffici giudiziari di segnalarmi tutte le lacune esistenti, in modo da apprestare i rimedi necessari. Ho anche chiesto ai singoli magistrati di segnalarmi ogni carenza. Ho provveduto a ispezionare personalmente i locali e ho assunto decine di provvedimenti urgenti. Ciò nonostante mi sono reso conto che occorreva una soluzione più radicale»: Roberto Scarpinato fa il punto, a caldo, di un lavoro sotterraneo e impegnativo che ha condotto in questi mesi. A Palermo il rischio di attentati mafiosi è sempre attuale e altissimo, ma il pensiero del procuratore generale va anche a quella fetta di criminalità ordinaria che potrebbe colpire. Proprio come avvenuto giovedì a Milano.

Procuratore Scarpinato, che provvedimenti ha adottato dopo aver verificato le condizioni generali sulla sicurezza a palazzo di giustizia a Palermo?
«Ho chiesto e ottenuto che il problema venisse esaminato in sede nazionale. In due Comitati nazionali sulla sicurezza, con la partecipazione delle massime autorità istituzionali, compresi i ministri dell’Interno e della Giustizia, ho esposto la situazione e ho chiesto che venisse compiuto uno sforzo eccezionale».

Cos’è accaduto?
«A seguito di questa mia richiesta – che è stata sostenuta anche dal prefetto di Palermo, la dottoressa Francesca Cannizzo, sempre vicina ai magistrati – abbiamo ottenuto un risultato straordinario: che nella nuova legge finanziaria venissero inseriti quattro nuovi articoli con i quali è stato disposto lo stanziamento di sei milioni e mezzo di curo per la realizzazione di questa cittadella fortificata. Anche la Regione Siciliana ha disposto lo stanziamento di due milioni e mezzo di euro».

Chi gestirà II tutto?
«Ho ottenuto la nomina di un commissario straordinario che eliminando tutte le pastoie burocratiche, ed affiancato da uno staff di dodici ingegneri e architetti, rediga un progetto particolareggiato. Un progetto che prevede la costruzione di una recinzione che circoscriva tutti i corpi di fabbrica del palazzo di giustizia che attualmente si compone del palazzo vecchio e del palazzo nuovo. In atto lo spazio tra le varie palazzine è liberamente transitabile da chiunque, con l’esposizione al pericolo per magistrati e avvocati che si spostano da una palazzina all’altra. Invece tutto questo spazio sarà chiuso, e accessibile soltanto attraverso due varchi che saranno dotati di impianti tecnologici estremamente sofisticati».

Come si potrà avere accesso a queste aree interne?
Sarà prevista la possibilità di ingresso solo previa scannerizzazione di documenti, con la fotografia della persona, e mediante rilevazione delle impronte digitali. Sarà fornito un badge che consentirà la tracciabilità del percorso di chiunque si inserisce nella cittadella giudiziaria. Tutti gli spazi interni dei palazzi saranno compartimentati mediante vetri blindati, in modo che si possa accedere solo in alcuni spazi. Per accedere ai vari uffici sarà necessario essere dotati del badge fornito all’ingresso, badge che autorizza l’ingresso solo in quel determinato ufficio».

Saranno necessari anche monitoraggi a vista…
“E’ previsto un ammodernamento del sistema di videosorveglianza, con la creazione di un’unica cabina di regia, gestita dai carabinieri, con un mega-schermo gigante che visualizzi in contemporanea 400 telecamere. E’ prevista la predisposizione di “telecamere intelligenti” che si attivano solo al passaggio umano».

Quanto tempo ci vorrà per l’operatività di questo progetto?
«Ho partecipato personalmente a riunioni tecniche, questo progetto particolareggiato dovrà essere realizzato in sei mesi».

Intanto, cosa succede a palazzo dl giustizia?
«Nel frattempo ho assunto tutti i provvedimenti necessari per garantire che in questo periodo di transizione i livelli di sicurezza siano elevati. Circa un mese fa, grazie ai metal datector, è stata fermata una persona che stava introducendosi nel palazzo di giustizia con un coltellino. Inoltre, ho adottato decine di provvedimenti con i quali ho interdetto l’accesso al palazzo di giustizia a persone che mi erano state segnalate come individui che erano andati in escandescenza o avevano dato segni di sofferenza psichica e di aggressività».

È ragionevolmente possibile pensare che a Palermo non possa accadere quello che è successo a Milano?
«Abbiamo la fortuna a Palermo, di avere una vigilanza affidata allo Stato, cioè ai carabinieri. Mentre in altri palazzi di giustizia come a Milano l’assolvimento di una funzione cosi importante quale è quella della vigilanza sui palazzi di giustizia è invece affidata a istituti privati medianti appalti privati milionari. Per questo motivo ho chiesto che l’Associazione Nazionale Magistrati e il Consiglio nazionale forense facciano sentire la loro voce presso il ministero della Giustizia perché la vigilanza dei palazzi di giustizia torni ad essere affidata alle forze di polizia».

Tratto da: Giornale di Sicilia

Foto © Castolo Giannini