Convegno "Delitti e disastri ambientali": le indicazioni per la presentazione delle proposte


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Call for papers

Il convegno “Delitti e disastri ambientali” si terrà a Narni presso la sede del Corso di Laurea in Scienze per l’Investigazione e la Sicurezza, il 19 e 20 maggio 2015. L’abstract, che vi preghiamo di inviarci nei tempi e nei modi sotto indicati, ci permetterà di organizzare al meglio le sessioni del convegno e di orientarci fin da subito per la pubblicazione cui stiamo lavorando.

Indicazioni per la presentazione delle proposte

1. L’abstract dovrà pervenire agli indirizzi email dei coordinatori entro e non oltre il 25 gennaio 2015.

A. La questione ambientale nella prospettiva filosofica e sociologica
coordinatore Alessandro Poli ( eleandro78@hotmail.com)
L’ambito giuridico, investigativo e criminologico può senza dubbio avvalersi delle analisi concettuali della filosofia e sociologia ambientale (quali sono?), all’interno di un confronto, bidirezionale, con i contenuti e il metodo di studio utilizzato in quest’ambito dalla filosofia e sociologia, un approccio olistico e sistemico, pluriprospettico e multidisciplinare che chiama allo stesso tavolo esperti di settori differenti e che non ricerca, solo e soltanto, la coerenza all’interno di un unico piano ma la relazione tra piani differenti. Il campo d’indagine va tuttavia ristretto ai problemi e concetti (come quelli di “prevenzione”, “precauzione”, “cura”, “rischio”, “pericolo”, “disastro ambientale”, “danno”) maggiormente rispondenti alle urgenze odierne, alle apprensioni contemporanee, pratiche e teoriche, causate dal recente modo in cui il sistema sociale sta modificando quello naturale e viceversa, coinvolgendo di conseguenza la riflessione giuridica e criminologica ed un suo
possibile riassetto.

B. “Che cosa fa l’ambiente alla criminologia e alla sociologia della devianza”
coordinatore Sabina Curti ( sabina.curti@unipg.it)
L’ambiente è un “soggetto nuovo” che, passivo o attivo che sia, sta introducendo dei cambiamenti nei paradigmi epistemologici e metodologici della criminologia e della sociologia della devianza. Attraverso varie prospettive, le proposte presentate analizzeranno non tanto “cosa fa la criminologia e la sociologia all’ambiente” quanto “che cosa fa l’ambiente alla criminologia e alla sociologia della devianza”. L’obiettivo principale di questo call for papers è quello di comprendere come la questione ambientale sia stata recepita dalla criminologia e come questo, ora più che mai, abbia necessità di una riflessione sui campi e sui confini scientifici. [Domande: Che cos’è la green criminology? Che cos’è la criminalità ambientale? Che cos’è la sicurezza ambientale? Chi studia e come si studia la criminalità ambientale? Chi si occupa della prevenzione e della sicurezza ambientale? Che cosa sono e quali sono le politiche di sicurezza ambientale?]

C. La criminalità ambientale: aspetti giuridico-penali e investigativi
coordinatore Daniela Falcinelli ( daniela.falcinelli@unipg.it)
La tutela dell’ambiente è tema centrale nel dibattito pubblico e giuridico dei nostri giorni: lo attestano, tra l’altro, la Conferenza di Rio+20 del 2012, la Giornata Mondiale dell’ambiente promossa dall’Onu, gli allarmi lanciati da autorevoli fonti scientifiche.
In questo scenario il diritto penale è stato invocato come uno degli strumenti utili a prevenire e reprimere danni all’ambiente, sia rispetto a danni o pericoli catastrofici, sia rispetto a condotte di “ordinario” inquinamento, di regola di tipo seriale e cumulativo, sia rispetto ad offese alla flora e alla fauna.
Senza pretesa di poter delineare un bilancio definitivo degli assetti della tutela, diventa necessario chiamare a raccolta studiosi ed operatori della giustizia, italiani e stranieri, per una arricchente condivisione critica delle diverse prospettive implicate in un simile “sotto-sistema”: così, tra i molti aspetti tematici degni di analisi e di approfondimento, sui quali confrontarsi a più voci, si è scelto di enuclearne tre:
– un primo introduttivo, che verte sui vincoli normativi (nazionali e internazionali) e scientifici (rapporti tra giustizia e scienza) e sulle opzioni politico criminali di fondo relative alla tutela penale dell’ambiente (beni e tecniche di tutela penale);
– un secondo sulle torsioni che i reati ambientali rischiano di produrre sulle categorie dell’illecito (ad es., pericolo, danno, causalità, dolo, colpa) e del processo penale (ad es., perizia);
– un terzo sulle sanzioni e sulle misure cautelari in materia ambientale (misure cautelari, istituti premiali, attività riparatorie e risarcitorie, responsabilità da reato degli enti).

D. La criminalità ambientale: aspetti economici e culturali
coordinatore Antonio Pergolizzi ( antoniopergolizzi@gmail.com)
Per abbracciare una visione multidisciplinare, a formare la quale si chiede un contributo di riflessione, serve innanzitutto una cornice prettamente scientifica entro la quale ragionare di economia e società applicando l’analisi Life cycle assesment, cioè l’analisi del ciclo di vita delle materie, insieme alle valutazioni economico- sociali e prettamente paesaggistiche. In questa cornice per così dire fisica occorre incastonare poi una disamina su modelli economici, sia teorici che applicativi. Con l’obiettivo ultimo di riportare l’economia in un quadro marcatamente istituzionale, facendo tesoro delle diversità territoriali. Approfondire i tratti essenziali di paradigmi economici alternativi, come l’economia ecologica o bioeconomia, è uno degli obiettivi cardine dell’intero percorso di riflessione e formazione. Può essere utile, in quest’ottica, anche uno sguardo attento alla cosiddetta società civile organizzata, nelle sue articolazioni, e a come questa, nei vari contesti territoriali, si è organizzata per far fronte ai vari problemi ambientali e criminali, provando a offrire ipotesi di interpretazioni cognitive e proposte di soluzioni concrete (originali ed efficaci). Infine, lo studio attento e multidisciplinare della criminalità ambientale, con la sua variante eco mafiosa ed una avvertenza di fondo: la criminalità ambientale in toto non è un fenomeno relegabile solo all’azione repressiva. Gli ecocrimini si combattono principalmente con le carte della prevenzione e dell’economia virtuosa. È empiricamente dimostrato che laddove si sono affermate politiche efficaci di gestione e valorizzazione del territorio e delle risorse ambientali il rischio di penetrazione criminale nella gestione dei beni comuni si è ridotto considerevolmente. La lotta al global warming e per una economia a misura d’uomo coincide alla perfezione con quella contro l’ecomafia e la criminalità ambientale.
2) Le proposte di partecipazione dovranno essere corredate di:
a/ Curriculum Vitae, preferibilmente in formato europeo;
b/ Abstract del contributo, da inviare in un file separato rispetto al CV e nel quale dovranno essere indicati il titolo della proposta (massimo due righe), il nome del proponente, l’ateneo o l’istituzione di appartenenza. L’abstract dovrà avere una lunghezza di max. 1600 caratteri (spazi inclusi) Times New Roman 11.
3) Entro il 31 gennaio sarà data conferma di accettazione della proposta presentata e i partecipanti riceveranno le indicazioni relative a) alla sessione nella quale saranno inseriti; b) alle modalità della successiva pubblicazione del loro contributo.

Richiesta di patrocinio
Legambiente
Arpa Umbria
Assessorato all’Ambiente Comune di Narni
Ufficio Università Comune di Narni
Corpo Forestale dello Stato – Comando Regionale Umbria

Comitato scientifico-organizzativo
Sabina Curti, Università degli Studi di Perugia
Daniela Falcinelli, Università degli Studi di Perugia
Gaetano Palescandolo, Corpo Forestale dello Stato
Alessandro Poli, Università degli Studi di Macerata

 

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