PM Teresi e ANTIMAFIADuemila: sto con Giorgio Bongiovanni.

di Pippo Giordano – 23 ottobre 2013
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Sono trascorsi esattamente 97 giorni da quella stupenda manifestazione che si è tenuta nella Facoltà di Giurisprudenza di Palermo. C’era Vittorio Teresi pubblico ministero della Procura palermitana, Giorgio Bongiovanni, direttore del giornale online ANTIMAFIADuemila, Salvatore Borsellino, l’ex magistrato Antonio Ingroia e altri. Io non ero presente e tuttavia, recentemente ho rivisto il filmato della manifestazione condividendo gli interventi degli astanti. Qualche giorno fa il PM Vittorio Teresi, attraverso i mass media si rivolgeva agli uomini d’onore, dicendo: “Boss, mollate i politici: siete all’ergastolo e loro la fanno franca”. Sono rimasto basito dalle sue parole inusuale e ammetto di essere rimasto nel limbo, ovvero non sono stato in grado di darmi una spiegazione, tant’è che mi sono chiesto se Falcone o Borsellino, l’avrebbero fatto. Lo stesso Vittorio Teresi, graduandolo in termini di voti scolastici, dava un giudizio sulla sentenza emessa dal Tribunale di Palermo, del cosiddetto processo Mori-Obinu. Il PM Teresi quantificava il voto in 4 meno. Immediatamente dopo, anche il giornale online ANTIMAFIADuemila a firma del suo direttore, modificava il voto espresso da Teresi. Ho letto l’articolo di ANTIMAFIADuemila e ne ho condiviso il contenuto in special modo quando è entrato nel merito della sentenza.

Oggi, leggo il dietrofront del pubblico ministero Vittorio Teresi, chiedendo scusa per il mancato rispetto verso i suoi colleghi giudicanti. Si qui, anche se opinabile, appare un comportamento che attiene alla sua personalità, simile a un mea culpa. Mapperò, per discolparsi delle sue dichiarazioni ritenute improvvide e avventate, prova ne è il suo mea culpa, c’era bisogno di fare la seguente dichiarazione all’indirizzo di ANTIMAFIADuemila e segnatamente verso il direttore Giorgio Bongiovanni? “”Solo sabato mattina ho letto il violento e delirante articolo di ANTIMAFIADuemila, – prosegue – sono sconcertato ed allibito non merita di essere definito un articolo di stampa, si tratta soltanto di un delirante atto criminale mosso da intenti diffamatori e provocatori, nel quale non solo non mi riconosco, ma dal quale mi differenzio con orrore”.

Sono trascorsi, appunto 97 giorni, da quando in quel di Palermo, nella meravigliosa cornice della Facoltà di Giurisprudenza, l’antimafia parlava una sola lingua. E non m’aspettavo parole così grave dette da un pubblico ministero. Si poteva dissentire ma non usare un linguaggio del genere. Spesso le parole pronunciate in ambito mafioso colpiscono molto più di una lupara ed è per questo che intuendo lo stato d’animo di Giorgio Bongiovanni, esprimo a lui e al giornale tutto la mia solidarietà, amicizia e vicinanza.

Foto © Castolo Giannini