Per la prima volta Ciancimino non parla davanti ai pm

 

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di Giorgio Bongiovanni – 18 ottobre 2013

Iniziamo da un dato di fatto. Nonostante le polemiche suscitate da Massimo Ciancimino per la sua collaborazione con la giustizia, in cui non sono mancate contraddizioni dello stesso, se oggi si sta celebrando un processo sulla trattativa tra Stato e mafia è anche grazie alle rivelazioni del figlio di don Vito. Sono state le sue rivelazioni a far “recuperare la memoria” ai tanti smemorati dello Stato. E’ stato sempre Ciancimino a dimostrare, portando documenti la cui attendibilità è stata riscontrata dai pm di Palermo, l’esistenza della trattativa stessa. Trattativa della quale il pentito Giovanni Brusca ne aveva già parlato al compianto pm Gabriele Chelazzi nel 1998 al processo di Firenze sulle stragi del 1993. Durante il proprio percorso di testimonianza con la giustizia Ciancimino ha fatto anche degli errori che gli sono costati caro, tanto che oggi si trova proprio imputato al processo sulla trattativa di concorso in associazione mafiosa e calunnia all’ex capo della polizia Gianni De Gennaro.

Oggi Ciancimino è stato interrogato nuovamente dai pm di Palermo che indagano su quel periodo oscuro della nostra storia e per la prima volta da quando ha iniziato il suo percorso di testimone di giustizia si è avvalso della facoltà di non rispondere, come gli permette la legge in quanto imputato di reato connesso. Un’azione che fino a questo momento non aveva mai esercitato innanzi alla procura di Palermo. Dietro a questa scelta alcune accuse rivolte nei suoi confronti, in particolare quelle scritte nelle motivazioni della sentenza di assoluzione degli ufficiali dell’arma Mori ed Obinu. Una scelta, quella del silenzio, dettata anche dalla volontà di proteggere i propri familiari da possibili coinvolgimenti in situazioni spiacevoli a seguito delle diverse minacce subite (l’ultima denunciata durante il dibattimento del processo sulla trattativa). Ed è questa la paura più grande espressa da Massimo Ciancimino. Minacce che non possono e non devono essere sottovalutate.

fonte:antimafiaduemila.com