Ma ci prendono in giro?

letta-alfano

di Antonio Ingroia – 16 ottobre 2013
Mentre il Fondo monetario internazionale minaccia di costringere gli stati dell’Unione europea a un prelievo sui nostri conti correnti del 10% il governo spaccia per manovra per lo sviluppo un provvedimento che contiene molte tasse camuffate e poco altro.
Un governo di larghe intese, immobile sul fronte di qualsiasi riforma a vantaggio dei cittadini (salvo snaturare la Costituzione con una folle corsa alla revisione dell’articolo 138), non si muove neanche di fronte agli indicatori economici che danno l’Italia in picchiata sotto ogni punto di vista, dalla crescita del debito a quella del numero dei disoccupati. E così le tanto annunciate misure per la crescita si riducono a una manciata di spiccioli per ridurre il cuneo fiscale, cioè il differenziale tra lordo e netto in busta paga: qualche decina di euro l’anno in più a ogni famiglia.
Pochi euro che vengono immediatamente riconsegnati allo stato sotto altre forme. La più odiosa è la riproposizione dell’Imu che verrà spalmata, sotto falso nome, anche sugli affittuari. Si chiamerà Trise, e manca solo una “t” per renderla davvero triste per i contribuenti. Ma se l’Imu non vi basta, c’è anche un taglio di 500 milioni su detrazioni e deduzioni. Senza dimenticare che questo governo, con la scuse delle manfrine di Berlusconi e della crisi, ha lasciato che l’Iva aumentasse di un punto senza battere ciglio e che la copertura per la seconda rata dell’Imu non è stata ancora trovata. Allo stato attuale i proprietari di prima casa a dicembre dovranno pagare.

Certo, è stato rifinanziato il fondo per la non autosufficienza, ma si tratta di 250 milioni, una goccia nel mare dopo un sostanziale azzeramento negli ultimi anni. Inoltre non sono arrivati i paventati tagli ai servizi della sanità pubblica ma qui il gioco delle tre carte del governo è stato chiaro: averli minacciati ma non averli fatti li fa diventare paladini del welfare. In realtà a un taglio del genere non bisognava neanche pensarci. Il resto del welfare al momento sembra non essere toccato ma spesso, sotto la voce “razionalizzazione dei ministeri” che costa 3,5 miliardi di euro si nascondono vere e proprie mannaie sullo stato sociale. Mi sembra poi davvero folle, in un momento di clamorosa crisi immobiliare, pensare di far cassa (previste entrate per 3,2 miliardi) vendendo pezzi di patrimonio immobiliare.
Immagino già le accuse. Siete buoni solo a criticare, per fare manovre di riequilibrio e di crescita occorrono i fondi. Presto detto. Tagli agli F35 e in generale al comparto della difesa, a cominciare da alcune missioni militari all’estero, patrimoniale sulle grandi ricchezze, Imu alla Chiesa cattolica e di provvedimenti da prendere ce ne sarebbero tanti. E’ così difficile? O forse si andava allo scontro con poteri troppo forti? Senza pensare che siamo ancora in attesa di norme che consentano di combattere efficacemente corruzione e grande evasione che, da sole contribuirebbero per decine di miliardi l’anno.
Insomma, misure per la crescita non ce ne sono, una politica di redistribuzione del reddito neanche, di politiche industriali e per il lavoro neanche a parlarne. Le piccole e medie imprese affondano ma per loro non c’è nulla. Infine oltre al danno anche la beffa. Per nulla preoccupati dal fatto che ormai un italiano su due non va a votare il governo ha anche ridotto, con la scusa del risparmio di pochi milioni di euro, i giorni previsti per il voto: non più domenica e lunedì ma solo domenica. Ma vogliono prenderci in giro?

Tratto da: azionecivile.net