Dalla parte dei No Muos

di Antonio Ingroia – 21 ottobre 2013
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Nei giorni scorsi ho incontrato i comitati No Muos a Niscemi. Ci ero già stato in campagna elettorale e mi ero convinto della bontà della loro battaglia che già all’epoca avevo sostenuto con convinzione. Negli ultimi tempi, inoltre, avevo partecipato a una serie di dibattiti, ultimo a Parma qualche settimana fa, proprio sulla vicenda Muos che, lo ricordo per i pochi che non lo sapessero, è un sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense che secondo studi indipendenti è altamente inquinante e che per questo ha provocato la dura protesta degli abitanti della zona.
Avevo anche appoggiato Rosario Crocetta con entusiasmo quando aveva bloccato i lavori e sono rimasto perplesso, pur comprendendo le ragioni di “prudenza istituzionale”, quando, per salvaguardare la Regione Siciliana da una sanzione di qualche decina di milioni di dollari, si è adeguato al parere favorevole dell’istituto superiore della sanità. Io sono convinto che altre strade sono percorribili. Per questo mi sono messo a disposizione, durante l’incontro con i comitati, nella mia nuova veste di avvocato, per studiare un ricorso alla Corte Costituzionale e alla Corte europea di giustizia. Si tratta di una battaglia che, con Azione Civile, condivido, e che possiamo fare insieme ai comitati seguendo due strade parallele, quella legale e quella politica.

Nell’incontro di venerdì avevo ricevuto ampie assicurazioni dai comitati sulla presenza pacifica alla manifestazione che si è tenuta sabato a Roma e a cui i No Muos hanno aderito e partecipato. E così è stato. Se si eccettua qualche raro momento di tensione sfociato in qualche lancio di petardi e di uova, in una manifestazione di dissenso così radicale qualche infiltrazione è sempre possibile, lo svolgimento dell’iniziativa è stato duro ma pacifico, nonostante quanto hanno scritto i giornali e detto le televisioni. Del resto petardi e uova, che pure a mio parere andavano evitati, non giustificano i titoli del giorno dopo. Il dissenso, anche quando è radicale, e vale per i No Muos come per i NoTav, così come per tutti gli altri movimenti che hanno aderito alla manifestazione, può essere espresso con durezza ma ampiamente all’interno del solco della dialettica democratica. E la manifestazione di sabato, in questo senso, ha rappresentato un grande esempio di democrazia per tutti, a cominciare da chi auspicava incidenti per demonizzare i movimenti.

Tratto da: azionecivile.net