Lettera aperta di Massimo Ciancimino a Saverio Lodato

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Caro Saverio, scusa per il ” caro ” forse anche imbarazzante se scritto dal figlio di un mafioso come me, il già noto figlio dell’ex sindaco mafioso Vito Ciancimino, condannato con sentenza definita per voler del giudice Falcone – allora ancora sembravo valere le sentenze definitive-. Ricordo bene i toni e le parole che spesso mio padre usava quando voleva eludere o semplicemente non rispondere a domande imbarazzanti.

Un modo di fare certamente noto, il famoso metodo democristiano, molto conosciuto a Te giornalista comunista, come amava definirvi mio padre – pensa che ancora oggi qualche illustre personaggio ricorre a questo marchio impresso a chi semplicemente non è allineato al regime o strapotere della non politica di oggi- . Un modo di agire da ” prima repubblica “, niente a che vedere con il far politica di oggi, niente più remore, niente più sotterfugi, oggi si gioca tutto allo scoperto, ricatti e accordi e trattative si concludono con il plauso di quasi tutta ” l’informazione “. Pensa, un tempo queste pretese erano semplici liste dei desideri, con il tempo diventarono papelli, oggi semplicemente schemi da seguire per la salvezza del paese. Poche parole per commentare il tuo articolo, scusa ma mi sento troppo diverso dai tanti figli dei mafiosi da Te citati nel tuo molto attento commento all’intervista della figlia del Riina, sono troppo diverso dai tanti altri figli dei mafiosi a cui fai riferimento. Io mi sono vergognato di mio padre, mi sono vergognato parecchie volte, ed è per quel senso di disagio che mi sono portato dentro per decenni che quando due ufficiali dei carabinieri, proprio quei carabinieri che mio padre odiava tanto, gli stessi che lo avevano fatto arrestare solo qualche anno prima, mi chiesero di convincere mio padre a collaborare per porre fine alle stragi non ho esitato, un’occasione da non perdere, forse unica, una buona dose di incoscienza e tanta voglia di poter cambiare le cose, provare a spazzare via le vergogne di un cognome ancora oggi imbarazzante e intrinseco di continui pregiudizi. La stessa cosa ho fatto quando nonostante le tante notizie che venivano fuori da parte dei tuoi colleghi su un possibile ruolo su quella che oggi è oramai acclarata come la trattativa sono stato chiamato dai magistrati a dire la mia: ho risposto alle loro domande, apriti cielo, Saverio ho solo risposto, una cosa tanto assurda in un sistema così compiacente, forte dei silenzi di tanti. Volevo solo provare a tracciare una nuova strada per mio figlio, non far provare quel senso di vergogna che ho provato io, volevo solamente che potesse essere orgoglioso di un padre tanto diverso da quel padre padrone che fu Vito Ciancimino. Però sai una cosa Saverio, da allora, da quel per me importante giorno, il 28 Gennaio del 2008, in cui fui ascoltato dai magistrati per la prima volta, ancora prima di qualsiasi pentito illuminato dal Signore, riconosciuti tali, mi stanno massacrando. Allora Ti chiedo quanto il silenzio dovrà ancora pagare in questa assurda società, quanto e quando la giustizia sarà uguale per tutti. Un bacio, grazie, Massimo Ciancimino.

fonte: Antimafiaduemila