Alta finanza e presagi: la Fenice Finanziaria

 Loretta Napoleoni
 Il denaro, si sa, è superstizioso, ecco perché anche l’alta finanza è sensibile ai presagi. Alla fine di maggio, alla borsa di New York è ricomparso quello di Hindenburg e da allora tutti ne temono le conseguenze. Di che si tratta? Di una sorta di tempesta perfetta creata dal confluire di alcuni fattori come il verificarsi, simultaneamente e per un numero significante di titoli quotati in borsa, di valori massimi e minimi durante un periodo di tempo specifico pari a 52 settimane. Tra questi c’è anche l’aumento della media dei valori di mercato, ed infatti quella mobile della borsa si New York è in ascesa, e la fuoriuscita di capitali dal mercato, misurata da indicatori ad hoc quali il McClellan Oscillator, un indice che registra il tasso di entrata ed uscita degli investimenti in borsa.

La comparsa del presagio di Hindenburg è sempre preludio di cattive notizie e lo è in un arco di tempo che va dai 40 ai 65 giorni, ciò spiega il nervosismo delle sale cambio di mezzo mondo. Naturalmente si tratta di un presagio, ben lontano dalla certezza matematica, ma in finanza di certezze ce ne sono ben poche. E’ risaputo che dal 1985 il presagio ha preannunciato tutti i crolli della borsa di New York, prima di quella data è comparso altre 25 volte e soltanto in due occasioni non ha preannunciato un crollo ma soltanto una caduta di quotazioni ed indici.

Non a caso, dunque, anche la scelta del nome che lo contraddistingue, Hindenburg, è legata ad una catastrofe, la tragedia aerea del 1937, quando uno zeppelin tedesco prese inspiegabilmente fuoco nei cieli degli Stati Uniti, precipitando come una fenice in fiamme a terra. Sebbene nessuno ricordi chi fu il primo a legare questo evento ai disastri finanziari, l’immagine è certamente evocativa: tutti i crolli di borsa sono improvvisi, imprevedibili ed tutti bruciano ricchezza che poi si ricrea, come una fenice, per bruciare di nuovo in futuro.

Siamo a ridosso di un altro grande crollo? E’ quello che si chiedono in molti, e non solo i superstiziosi temono il peggio. C’è però anche chi ha trovato una spiegazione razionale all’arrivo del presagio di Hindenburg proprio adesso, all’inizio dell’estate. Le statistiche mostrano, infatti, che la sua comparsa avviene quasi sempre nei mesi estivi. E guarda caso la maggior parte dei grandi crolli finanziari si verificano tra settembre ed ottobre, tanto che il Wall Street Journal definisce ‘pauroso’ il periodo di tempo tra Labor Day, che cade tra le fine di agosto e l’inizio di settembre, ed Halloween, il 31 ottobre.

Il crollo della Lehman è avvenuto all’inizio di settembre ma i punti più bassi toccati dalle borse mondiali si sono verificati tra settembre ed ottobre; la crisi del 1998 è iniziata a fine agosto ed  è durata per due mesi; il crollo del 1987, anch’esso avvenuto ad ottobre, era stata preceduto dalla caduta delle quotazione iniziata a fine agosto. Stessa dinamica si è registrata nel 1929, il grande crollo è avvenuto ad ottobre, ma il mercato era in caduta dall’inizio di settembre. Ed ancora: il peggior mese della grande depressione fu settembre del 1931, quando l’indice del Dow Jones scese del 30 per cento. Anche la crisi del 2001 è iniziata con l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre, insomma l’inizio dell’autunno spesso viene accompagnato  da correzioni negative della borsa. Ed il motivo non è certo la comparsa del presagio di Hindenburg.

Tra le spiegazioni razionali dei crolli autunnali c’è l’inizio dell’anno accademico ed il ritorno dalle vacanze, due fattori che contribuiscono all’aumento della spesa per il consumo, dell’indebitamento ed alla riduzione del risparmio e dell’investimento in capitali. Nessun crollo finanziario, infatti, avviene senza una copiosa fuoriuscita di capitali dal settore finanziario, basta questo per spiegare che nei mesi autunnali è più facile che ciò avvenga perché aumenta la pressione negativa sull’investimento finanziario.

Ci aspetta un autunno di crisi come ci fa presagire la comparsa della fenice finanziaria? Tra massimo 65 giorni lo sapremo.

fonte:ilfattoquotidiano