Watson (ex presidente Ipcc): «Prepariamoci ad un mondo 5 gradi più caldo»

«Il mondo ha perso l’occasione di mantenere le emissioni di gas serra al di sotto del livello necessario per evitare che la temperatura salga di oltre i 2 gradi Celsius»

Intervenendo ad un convegno organizzato dalla London school of hygiene & tropical medicine, Sir Robert Watson ha detto che «Il mondo ha perso l’occasione di mantenere le emissioni di gas serra al di sotto del livello necessario per evitare che la temperatura salga di oltre i 2 gradi Celsius».

Secondo il noto scienziato britannico, che è stato presidente dell’ Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) dal 1997 fino al 2002, c’è il 50% di possibilità di impedire un aumento delle temperature medie mondiali di oltre 3 gradi rispetto all’epoca pre-industriale, ma «Un aumento di 5 gradi è altrettanto possibile. Ciò significherebbe un riscaldamento della Terra maggiore di quanto sia mai stato dalla fine dell’ultima era glaciale. In ogni caso, nonostante tutte le promesse fatte al mondo, non saremo in grado di realizzare un mondo con un aumento di soli  2 gradi centigradi. Tutte le prove, secondo la mia opinione, suggeriscono che siamo sulla strada per un mondo fra  3° C e 5° C in più. Alcune persone suggeriscono che dovremmo cercare di geo-ingegnerizzare il nostro modo di risolvere il problema, intervenendo nel sistema climatico per un riscaldamento moderato. Per questo sono molto, molto innervosito. Questo dimostra un livello di arroganza del know how su come gestire il nostro ambiente. Abbiamo certamente bisogno di un sacco di ricerca. Non ci sono soluzioni economiche ed eque per affrontare il cambiamento climatico, ma sono necessarie volontà politica e leadership morale, i cambiamenti di  politiche, prassi e  tecnologie necessari devono essere sostanziali e attualmente non stanno  avvenendo».

Watson è stato fatto fuori dalla presidenza dell’Ipcc nel 2002 e New Scientist ha rivelato che nel 2001, poco dopo l’elezione di George W. Bush a presidente Usa, un dirigente della ExxonMobil scrisse al nuovo inquilino della Casa Bianca chiedendogli: «Può sostituire immediatamente Watson, su richiesta degli Usa?»

Watson ora è direttore scientifico del Tyndall centre for climate change research dell’università di East Anglia (uno dei centri più odiati dagli eco-scettici) e chief scientific adviser  del Department of environment, food and rural affairs del governo britannico.

In un’intervista a Climate News Network, Watson ha sottolineato che «Avremo più persone in tutto il mondo e saranno più benestanti, così la domanda di energia è destinata a crescere. Vediamo una fame crescente di enormi quantità di gas da scisto. Questo può essere un utile strumento di transizione: emette la metà del carbonio che produce il carbone, ma non è una soluzione a lungo termine, a meno che non lo si possa utilizzare abbinato al carbon capture and storage il Ccs. Sono ottimista sul fatto che il Ccs possa funzionare, ma c’è ancora molto lavoro da fare e per capire quali sono i costi e penalità energetiche che comporterà. Ora sappiamo che non possiamo escludere un possibile aumento della temperatura di 5° C, e abbiamo bisogno di iniziare a prepararci. Quando presiedevo l’Ipcc eravamo tutti molto ottimisti sul fatto che avremmo raggiunto un accordo globale per limitare le emissioni, anche se sapevamo che sarebbe stato difficile. Ma eravamo fiduciosi che le emissioni non sarebbero salite al livello tremendo dell’attuale aumento».

Alex Kirby, fondatore di Climate Network News, scrive che «In un mondo di 5° C più caldo di oggi potremmo  aspettarci raccolti fallimentari nei Paesi in via di sviluppo e sviluppati, un innalzamento del livello del mare che minaccerà  molte grandi città e significative carenze di acqua. Ancora più specie saranno a rischio di estinzione (il 10% delle specie sono considerati a rischio per ogni 1° C di riscaldamento), ci sarebbero più (e più intensi) eventi meteorologici estremi ed un crescente rischio di bruschi e rilevante cambiamenti irreversibili in termini di sistema climatico».

Sir Andy Haines, ex direttore della London school of hygiene & tropical medicine ha detto a Kirby: «Al momento, non stiamo facendo molti progressi sul cambiamento climatico. Abbiamo bisogno di più argomenti che uniscano l’ambiente e la salute: per esempio il taglio del carbone,  migliorare l’accesso all’energia pulita, andare  piedi e in bicicletta invece di usare le auto. Dobbiamo guardare non solo alla popolazione, ma al consumo nei Paesi sviluppati. Molti interessi non vogliono che si prosegua su questa strada. Siamo già in grado di cambiare per non  pagare per le esternalità, come gli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico. Siamo in grado di affrontare le disuguaglianze che sono evidenti in settori come i livelli delle malattie cardiache e la dieta. E dobbiamo influenzare l’Onu per avere nuovi obiettivi dello sviluppo sostenibile, perché includano sia la salute che gli indicatori ambientali».

Fonte:Greenreport