Ci si salva se si agisce insieme

di Saverio Lodato – 3 marzo 2013
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L’unica decisione che il PD avrebbe dovuto assumere in un momento come questo, e finalmente all’unanimità, sarebbe stata quella di fare silenzio. Ma non un silenzio per modo di dire, quello, per intenderci, di chi non si aspetta altro che l’interlocutore lo stuzzichi pur di riaprire bocca e riprendere a dire la sua. No. Un impenetrabile, autentico silenzio d’ordinanza. Un silenzio responsabile, un silenzio riflessivo, un silenzio di attesa, un silenzio conventuale, magari un silenzio tattico, in attesa di ascoltare le parole degli altri per capire cosa hanno da dire (se ce l’hanno), ma pur sempre silenzio. Invece è prevalso il rumore assordante, l’accavallarsi di voci, come spesso accade, anche se non per volontà di qualcuno in particolare, al capezzale di un morente o di un morente presunto. E questo non giova a nessuno: né all’immagine del Pd, né alle sorti del Paese.

Bersani ha riconosciuto, anche se con ritardo di 36 ore, ormai lambito dalle fiamme dell’inferno mediatico in cui poi sarebbe precipitato, che il PD non aveva vinto, ma era arrivato primo, insomma: aveva perso. Per il momento, poteva bastare.

Certi squali dell’informazione, televisiva e cartacea, avrebbero divorato in un sol boccone la polpetta della “sconfitta riconosciuta” e poi, con un colpo di pinna, si sarebbero allontanati in altre acque dando a questo PD, già abbastanza dissanguato, la possibilità di curarsi le ferite. Non sta andando così.

Tutti parlano e straparlano. Tutti si atteggiano a strateghi in possesso dell’apritisesamo miracoloso, come se la crisi del Paese richiedesse l’abracadabra e non piuttosto contenuti, proposte, riforme. E queste ultime, le riforme, radicali, radicalissime.

Infatti, che ci dicono, in queste ore, le voci preferite al silenzio? Ci dicono: con chi ci alleiamo? E giù una valanga di apritisesamo: l’ipotesi A, l’ipotesi B, l’ipotesi C…

Il governissimo, tutti dentro, nessuno fuori… No, troppo macchinoso. Meglio l’asse PD-PDL. No, no, per carità, il nostro popolo non capirebbe. Allora meglio noi e il Movimento 5 stelle, da soli. Macché. E se quelli non ci stanno? Allora ci alleiamo con tutti i grillini che ci servono e riacciuffiamo la maggioranza… E se invece provassimo a cercare in giro se c’è qualche altro salvatore della patria che ci traghetti fuori dall’ ennesima palude in cui ci siamo andati a cacciare … E gli apritisesamo non dimenticano gli incarichi istituzionali: e chi va a presiedere la Camera, e chi il Senato, e chi sarà il prossimo presidente della Repubblica…

E’ sin troppo ovvio che a casa sua ognuno fa quello che gli pare. Ma al punto in cui stanno le cose, visto che siamo tutti un po’ coinvolti, prima di strologare sulle formule, non sarebbe meglio buttar giù una paginetta indicando quei punti che per il PD sono fondamentali nell’eventualità di un governo che veda il suo coinvolgimento?

Ci siamo fatti l’idea che ogni dirigente che rilascia interviste e dichiarazioni, sembra compilare l’elenco delle cose a cui tiene di più, non quelle a cui tiene la gente, il Paese. Mentre, in casi del genere, dovrebbe essere proprio un partito – se c’è – a dover battere un colpo parlando una voce sola. Non una sommatoria di dirigenti, in cui, si avverte, fastidiosamente per tutti, la presenza di qualche dente avvelenato di troppo.

Enrico Berlinguer – che questa materia la conosceva bene – ammonì in anni ormai lontani: “Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme,  non solo uno per uno”.

Tratto da: rivoluzionecivile.it