Quelle "strane coincidenze" tra lo Ior e il Monte….

Partecipa all’incontro gratuito che si terrà Lunedì 11 Febbraio alle ore 18.00 dal titolo: LE GIUSTE MODALITÀ OPERATIVE PER UN TRADING PROFICUO, (è necessaria solo l’iscrizione). I temi affrontati saranno: Come Costruire un Piano di Trading, I principi annunciati da Dow, sono ancora attuali? Figure di Analisi Tecnica: come interpretarle e come tradarle. Figure di continuazione. Candele Giapponesi: definizione ed interpretazione. L’incontro verrà presieduto da Gerardo Murano, Chief Analyst, Analista Finanziario e Socio Ordinario SIAT. Link per iscrizione!

E se non è lui direttamente, è qualcuno che a lui risale. Certo non è una regola, ma la casistica diventa sempre più numerosa.

E così anche nell’intricato susseguirsi di mezze verità fatte scappare a denti stretti dai diretti protagonisti (Mussari: “Parlerò, ma non adesso”), arriva anche il nome di Gotti Tedeschi. In questo caso verrebbero a coincidere i movimenti “sospetti” di una movimentazione di oltre 23 milioni di euro risalente al settembre 2010 con due conti correnti, presenti allo Ior e che riguardano i vertici di Mps.

La massima andreottiana del pensare male si fa peccato ma si indovina, pare funzioni ancora. Si, perchè anche se le smentite da parte del direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, sono arrivate prontamente (forse tramite un modulo prestampato viste la svariate occasioni in cui si è trovato a dover fare simili dichiarazioni), queste si sono limitate alla semplice constatazione che “l’articolo del Corriere della Sera (il primo a riferire di un testimone che ha parlato di quattro conti correnti e di riunioni per la cessione di Antonveneta tenutesi tra le mura vaticane) è inattendibile”. Nulla ha detto circa i conti correnti. Perciò resta pur sempre l’interrogativo di come mai, in un modo o nell’altro, lo Ior debba essere sempre tirato in ballo, in situazioni del genere.

Le coincidenze sono fin troppe. Come già detto in altre occasioni, Gotti Tedeschi era responsabile per l’Italia di Banco Santander, e anche se il suo ruolo è stato sempre smentito, per lo meno come ruolo attivo nella vicenda, non bisogna dimenticare un particolare di primaria importanza. Nel certosino lavoro di ricostruzione del passato prossimo, quando Gotti è stato sollevato dall’incarico di numero uno, lasciando lo “scomodo” e fin troppo pericoloso (per alcuni) ruolo di “Banchiere di Dio” (ruolo che solo Marcinkus a suo tempo riuscì a svolgere “divinamente”, è il caso di dire…), ebbene, dopo le dimissioni, il primo a esprimere solidarietà fu Mussari, che risultò essere anche il potenziale candidato alla successione.

Perchè proprio lui? Intercessione benevola di Botin? Il quale oltre a essere vicinissimo all’Opus Dei è anche nell’affare di Antonveneta (che per inciso non solo venne pagata oltre un terzo più del prezzo corrente, ma fu venduta anche monca di Interbanca, merchant bank che Santander preferì vendere separatamente) e in questo secondo caso risulta come primo anello della catena? E a garantire sulla sua onestà, pulizia morale e rettitudine, chi c’è? Gotti Tedeschi.

Oppure sarà stata la riconoscenza dello stesso istituto di Opere religiose, grato a Mussari per aver difeso (unica volta in cui l’ex numero uno di Mps ha esercitato fattivamente la professione di avvocato) un certo monsignor Acampa, segretario dell’arcivescovo Buoncristiani che a suo tempo fu accusato (oltre che di calunnia visto che fece cadere tutti i sospetti sul responsabile dell’Archivio) di incendio doloso ai danni dell’archivio della curia di Siena. Il prelato (che ricopriva anche la carica di amministratore unico dei beni diocesani), secondo la ricostruzione dei magistrati, provocò l’incendio nel maldestro tentativo di distruggere alcuni documenti compromettenti che avrebbero potuto smascherare, sempre secondo quanto a suo tempo tentarono di ricostruire i giudici, una truffa aggravata.

Strana anche la tempistica. Incendio alla curia senese: 2 aprile 2006. Nomina di Mussari alla presidenza de Monte dei Paschi di Siena: 11 aprile 2006.

Troppa la carne al fuoco, tanto da rendere necessario un incontro fra le varie procure che indagano sui diversi filoni d’inchiesta destinati, ovviamente, a intrecciarsi.

E mentre Siena si occupa dei derivati, Trani cercherà di capire come mai Bankitalia e Consob abbiano sorvolato o taciuto sulle acrobazie di quello che adesso viene ironicamente ribattezzato il “Monte dei Pacchi di Siena”. Pacchi si, ma per gli azionisti.

E proprio a Siena potrebbe tornare in auge l’antica questione della cessione dei titoli Bnl a Deutsche Bank, letteralmente “resuscitata” (similitudine accettabile, considerando i protagonisti). Ora, cosa c’entra lo Ior? Sarà un caso, ma a febbraio del 2012, il Vaticano ritira i soldi dalle Banche italiane. E dove li mette? Alla Deutsche Bank. Una presenza evidentemente gradite tra le mura del Vaticano, così come anche a Mps, visto che il famoso Santorini, altro prodotto finanziario tossico e dal quale è nato tutto, è arrivato in casa senese, proprio attraverso la Deutsche Bank.

fonte: trend online. com