La Mafia e l'Ilva

 

di Giorgio Bongiovanni

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Cosa c’entra la mafia con l’Ilva?
Cosa c’entra Totò Riina con l’ing. Riva?
C’entra, c’entra.
L’Ilva oggi nell’occhio del ciclone per il provvedimento del Gip è stata fondata nel 1905 e dopo diversi cambi di proprietà tra pubblico e privato è stata acquisita nel 1995, nel suo polo siderurgico più significativo, quello di Taranto, dal gruppo Riva.
Oltre ad aver dato lavoro a centinaia di operai l’Ilva ha iniettato nell’aria della cittadina di Taranto così tanta diossina da causare la morte e gravi malattie ad un’intera area della provincia.
E’ sufficientemente provato che il cielo di Taranto è un cielo cancerogeno.

Quando il governatore della Puglia Vendola era ancora un resistente, un antimafioso doc guidava le proteste contro i padroni dell’Ilva in difesa dei poveri lavoratori ricattati tra il lavoro e la salute, oggi invece che è diventato un borghese in giacca e cravatta, tratta con la famiglia Riva così come lo Stato trattò con la mafia nel 1992.
Facendosi pure prendere per i fondelli dai Riva come ben raccontano le intercettazioni.
(Si dice… si vende fumo, (a Vendola) non so come dire! Sì, l’Ilva collabora con la Regione, tutto bene…)
Quindi che c’entrano Riina e Riva?
Vengo e mi spiego.
Totò Riina il capo di Cosa Nostra è rinchiuso in una cella di sicurezza e sta scontando il suo sacrosanto ergastolo per le decine di omicidi che ha commesso e ordinato ai danni di uomini, donne e bambini.
L’ing. Riva che con la complicità dello Stato ha causato la morte di ben più gente di Riina invece non è stato nemmeno sfiorato da una denuncia per omicidio colposo.
Ecco cosa c’entra.
I giudici che oggi si vedono ingiustamente additati non hanno fatto altro che rispettare la legge alla lettera limitandosi al fermo dello stabilimento, in altri tempi, con governatori un po’ più rivoluzionari sarebbe stata di tutt’altra specie l’accusa e così la pena.
Avviso ai lettori credenti cristiano cattolici. Cosa pensate avrebbe fatto Gesù Cristo di fronte al caso Ilva?
Io credo che avrebbe accusato i padroni assassini e criminali, disconosciuto tutti i cosiddetti credenti che siedono nel consiglio di amministrazione dell’Ilva, curato i malati e rimesso le cose al loro giusto posto.
E avviso anche ai lettori laici non credenti.
Cosa pensate avrebbe fatto Ernesto Guevara detto il “Che”, ministro dell’economia e dell’agricoltura della sua Cuba (oggi lo sarebbe anche dell’ambiente) di fronte al disastro dell’Ilva?
Io credo avrebbe confiscato lo stabilimento, fatto incarcerare i padroni accusandoli di omicidio, e usato i loro beni per risarcire le famiglie danneggiate, bonificare gli impianti e ridato i posti di lavoro ai tanti cittadini di Taranto.
Lo chiedo anche al comunista, governatore della Puglia, Nichi Vendola, cosa avrebbe fatto il “Che”?
Vorrei proprio che mi rispondesse nel merito della questione sociale, umana e ambientale!
A Monti invece chiedo: vogliamo lasciare liberi i magistrati di lavorare affinché possano portare a termine le indagini nella maniera più completa così da giungere alla confisca dei beni dei Riva per strage, genocidio, devastazione, disastro ambientale e risarcire le vittime, dotarla di anti-inquinanti e ridare lavoro agli operai che lo hanno perso?
Fonte:Antimafiaduemila