Il suicidio degli italiani

Ogni giorno qualcuno si toglie la vita in qualche posto a Gela o a Milano. Le tragedie vengono riferite dalla stampa con indifferenza con un resoconto più o meno succinto delle circostanze in cui l’evento si è verificato. Il suicidio è diventato elemento unificante dell’Italia. Accade al Nord come al Sud.
La ragione di questa epidemia che affligge l’Italia senza sconvolgerla e senza emozionarla è soltanto economica. Questi suicidi sono diversi da quelli che “normalmente” si registrano per gravissime tensioni esistenziali diventate insopportabili. Riguardano operai, pensionati, piccoli imprenditori. In genere sono tutte persone che hanno tenuto un comportamento corretto, esemplare. Non si suicidano perchè si sono giocati al casinò i soldi dell’azienda ma spesso perchè non hanno ricevuto il dovuto o da grandi imprese di cui sono fornitori o dallo Stato per servizi prestati e sono strangolati dalle banche che non sentono ragioni e non accettano i crediti verso lo Stato o verso le grandi Imprese ma vogliono denaro contante e subito. Gli operai si uccidono per la disperazione di non potere più nutrire la famiglia. In genere il suicidio operaio è preceduto da un periodo di cassa integrazione o di disoccupazione. Si uccidono anche i pensionati perchè non c’è cosa più triste e peggiore quanto la mancanza di denaro si riflette in un degrado fisico che non è possibile fronteggiare, quando non si hanno più i soldi per mangiare in modo adeguato, per comprare le medicine, per pagare l’affitto di casa, per fronteggiare il riscaldamento diventato un lusso.
Lo scenario di questa ecatombe sociale è una società in cui nelle aziende i lavoratori vivono nel terrore di perdere il lavoro e si adattano a qualsiasi prepotenza padronale. Le giornate sono scandite dal terrorismo che i massmedia trasmettono raccontando l’altalena della borsa e dei titoli di Stato. La parte sofferente della popolazione bisognosa di aiuto anche psicologico non ha più come una volta forti partiti della sinistra ed un forte sindacato che invitavano alla resistenza e davano una prospettiva possibile e diversa. Tutti i riferimenti sociali ed istituzionali parlano la stessa lingua: la lingua di Monti e della Fornero che scandisce il tempo disgraziato in cui ci è toccato vivere. La faccia e la voce metallica e gelida, la gesticolazione ostile di Monti che sembra volere abbrancare qualcuno per il collo con le mani adunche che si protendono ogni volta che deve sottolineare la sua volontà che non sente altre ragioni perchè si mostra convinto di rapprsentare ciò che è giusto giusta e vero e che vale molto di più delle cose parziali e di parte di tutti i soggetti sociali diversi da lui. La figura di questo Presidente del Consiglio ha un ruolo non secondario nella crisi profonda di paura che si è abbattuta sulla popolazione italiana. Monti e Napolitano non hanno mai avuto una parola di dolore per la gente che si toglie la vita. Da nessun luogo delle istituzioni, della politica e dei sindacati giunge una voce di solidarietà, un progetto di intervento e di aiuto. Ognuno dei suicidi è stato solo con se stesso ed ha sentito la società ostile o indifferente. Eppure usciamo da un fiume in piena di retorica per il 150 anniversario dell’unità d’Italia, per la coesione degli italiani. Ognuno per sè e Dio per tutti come predicava la Tatcher quando proponeva la società di individui, asociale. Se perdi il posto di lavoro e sprofondi nelle sabbie mobili della disoccupazione puoi soltanto ucciderti perchè nessuno ti stenderà la mano.
In passato i Comuni avevano uno strumento per fronteggiare l’emergenza e dare un lavoro ai disoccupati. Erano i cantieri-scuola. Nei periodi invernali si organizzavano alcuni cantieri per fare manutenzione o per tenere in ordine la villa comunale o altro. Ora questa possibilità non c’è più perchè le privatizzazioni hanno ingessato i Municipi. Non possono fare più niente. Tutto è stato appaltato ai privati. Centinaia di migliaia di edili e di disoccupati non hanno il lenimento che veniva dai cantieri,.
Il liberismo economico e l’oligarchismo politico hanno incattivito l’Italia. L’ideologia individualistica ed antisolidale del liberismo e la trasformazione della militanza politica in professione autoreferenziale hanno aggravato la condizione psicologica di grande fragilità dell’Italia,. Chi non ha un lavoro sicuro o un conto in banca si sente fallito. La borghesia liberista ha fatto di tutto per fare sentire “falliti” i poveri. Tu non hai un lavoro o ritardi a laurearti? Sei un sfigato! Questo è il messaggio che viene dalla casta che oggi ci governa.
Oggi un poco di assistenza viene soltanto dalla Caritas e dalle Parrocchie. Le Sezioni dei partiti operai chiuse, i sindacati diventati uffici e servizi non ci pensano neppure a fare qualcosa, ad organizzare un aiuto per i bambini di un quartiere o per le fam iglie che non cucinano perchè non hanno i soldi per pagare il gas. Meno male che ci sono le Chiese!
Sono convinto che l’Italia andrà sempre peggio perchè è prigioniera dei banchieri e dei liberisti che comandano in UE. Non troverà mai il coraggio di uscire dall’Euro e riprendersi la sua sovranità che ne fece una nazione felice per almeno mezzo secolo.Prima o poi la posizione di ognuno di noi traballerà. Magari ci recheremo in Banca e la troveremo murata come è accaduto agli argentini. Mi scuso per la cupezza pessimistica di queste previsioni che spero non si avverino.Ma il Prof.Monti coprendoci di rimproveri ci condurrà al destino di fame che l’Italia ha avuto per secoli.
Pietro Ancona (BANNATO DA FACEBOOK)

http://www.spazioamico.it/l%27angolo%20di%20Pietro.htm

Tratto da: Il suicidio degli italiani | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/04/21/il-suicidio-degli-italiani/#ixzz1si0lf2h6
– Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!