Sono davvero libere le donne nel 2012?

A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.

Così diceva un politico famoso.

Otto Marzo festa della donna, una festa antica ,una festa nata per ricordare quelle operaie morte in una fabbrica in America, una festa  per ricordare agli uomini che non siamo solo madri, cameriere  e amanti.

Siamo qualcosa di più, siamo l’altra metà di Dio.

Non sto qui a dire  a quanta strada abbiamo fatto noi donne occidentali e quanta ancora  ce ne sia  da fare per le donne  del resto del mondo, è una cosa che è sotto gli occhi di tutti.

Parlo da femminista convinta, lo sono sempre stata, odiavo la diseguaglianza, odiavo l’ingiustizia in generale fin da piccola,  figuriamoci  nel trattamento riservato alle donne, quindi quel che voglio dire non è contro le donne, ma per le donne.

Abbiamo, anzi ,hanno lottato, perché quando le femministe andavano in piazza perché le donne avessero pari diritti, io ero troppo piccola, ed hanno ottenuto molto, soprattutto un cambiamento radicale  in particolare di mentalità, nella società maschilista italiana.

Ma sono davvero libere le donne nel 2012?

Parliamo un po’ della parità nel lavoro, oggi ci troviamo al paradosso che  molte donne  vanno a lavorare non  perché vogliono auto realizzarsi, come è giusto che sia, ma molte donne sono costrette  farlo perché la paga del marito è talmente bassa da sfiorare la miseria, la povertà per la famiglia intera.

Le parole proprio  nel giorno dell’8 marzo  del presidente Napolitano la dice lunga sulla mano lunga dei poteri forti,  “La donna che lavora fa aumentare il PIL!”

Ecco siamo diventate questo, a questo devono servire le donne nel 2012 ,ad aumentare il PIL,  anche la ministra Fornero dice che deve aumentare la percentuale delle donne che lavorano, ma  sono certa che non lo dice per la nostra  indipendenza, lo dice per il PIL, per l’economia, per quella frusta invisibile che ci fa rendere tutti schiavi inconsapevoli.

Ma scusate, una donna che a casa si occupa di 2, 3 bambini, che lava, stira, cucina, va a fare la spesa per tutta la famiglia, attenta a non spendere più di quel che ha nel portafoglio, costretta a rinunciare a molte cose che vorrebbe, ma che non può permettersi, che pulisce i pavimenti, i vetri della casa, che al pomeriggio segue i figli nei compiti ,che li porta a calcio o a nuoto o al catechismo, che cavolo fà? Non è lavoro questo?

Ma come lo chiamate, prendersi un’abbronzatura al sole?

La percentuale di donne  madri in Italia che lavorano è la più bassa in Europa ,dopo di noi c’è solo Malta,

però è anche il paese con gli stipendi più bassi, In Germania  hanno la busta paga che è praticamente il doppio della nostra.

Chissà perché nei paesi  dove c’è la percentuale di donne che lavorano di più, vedi Francia, Germania, Gran Bretagna  è anche dove ci sono  gli stipendi più alti.

Mi vien da pensare male, non è che c ‘è una regia occulta di volere a proposito tenere in Italia gli stipendi bassi, da poter  così costringere le donne ad andare a lavorare? Perché io penso che se le paghe dei lavoratori Italiani  fossero come quelle dei Tedeschi o di altri paesi europei, la percentuale di donne che lavorano sarebbe ancora più bassa, perché è nel DNA  delle donne Italiane  voler occuparsi personalmente dei  propri figli senza essere costrette a delegarli ai nonni o a qualche Baby Sitter.

E questa sarebbe una catastrofe per l’economia Italiana che abbisogna di manodopera femminile, perché diciamocelo pure ,i lavori da donna ,molti uomini non li farebbero mai, una percentuale minimissima forse sì, ma troppo poco.

Quindi una frusta invisibile fa sì che le donne Italiane siano costrette ad andare a lavorare  anche se vorrebbero stare a casa con i figli.

Noi siamo al paradosso che facciamo i figli sempre più a tarda età, perché prima dobbiamo pensare a pagare il mutuo e solo dopo verso i 35 anni, almeno al nord è così, si pensa alla prole, anche se ora come ora con il lavoro  sempre più precario, manco a 35 anni si faranno i figli!

Poi esistono  anche le donne  madri che vorrebbero lavorare, perché gli serve per la sussistenza della famiglia, ma che il lavoro non lo trovano, proprio perché inconciliabile con gli orari dei figli, questo accade  sovente, se non hai il supporto dei nonni  che te li accudiscono e non hai la possibilità di pagarti una baby sitter o un asilo nido privato, queste  donne  sono costrette a stare  a casa, perché se hai 2,3, o 4 figli è un po’ difficiletto se non hai un supporto familiare alle spalle, andare al lavoro.

Perché il Part Time nella società italiana, in molti settori lavorativi,  è solo una parola nel vocabolario, e molte donne che vorrebbero ritornare a lavorare non possono farlo, per orari impossibili da gestire.

E  allora siamo davvero libere noi donne nel 2012?

Siamo davvero libere di scegliere se stare a casa con i figli o  scegliere la carriera, o siamo solo costrette a fare certe scelte?

Però c’è una cosa che mi fa davvero irritare, ed è sentire parlare  quei signori dell’economia, sentirli dire, anzi non lo dicono neanche, perché non ne hanno il coraggio, e allora mascherano  il tutto sotto la parola, parità dei sessi, emancipazione! Che bisogna aumentare la percentuale delle donne che lavorano.( Perché  infatti noi donne di solito incrociamo le mani e stiamo spaparanzate sul divano!)

Ma quel che pensano  in realtà ,è  che noi donne  dobbiamo andare a lavorare per   aumentare  la crescita economica ,per aumentare il PIL!

Perché nel 2012 a questo dobbiamo servire.

Quaranta ,cinquanta anni fà  quando  la percentuale delle donne che lavoravano era molto più bassa di oggi, in cui lavorava solo il capofamiglia ,con quel’ unico  stipendio  i nostri padri riuscivano pure a mettere via qualcosina nel salvadanaio e costruirsi una piccola casetta, e la donna si occupava dei figli, della famiglia  a tempo pieno ,quindi vuol dire che le cose non sono migliorate, anzi, tutt’altro.

Oggi ci vogliono far lavorare di più, in casa e fuori casa, 22 ore su 24.

Poi metteteci pure la scopa in quel posto e fateci fare  le pulizie in questo modo ,così guadagniamo tempo prezioso, e partorire  in casa da sole, così risparmiamo pure i soldi pubblici e i soldi dell’ostetrica, fateci  comperare solo piatti di plastica così risparmiamo ancora più tempo, e sprechiamo meno acqua, obbligateci a fare solo un figlio come in Cina, così avremmo  ancora  meno problemi con il datore di lavoro.

E allora dico, tanti cari auguri a tutte le donne del mondo, all’altra metà di Dio, tanti auguri anche a quelle che credono di essere davvero libere di scegliere, ma saremmo libere di scegliere quando potremo decidere senza essere obbligate da mariti, padri o dall’economia, di  decidere cosa fare della nostra vita, se fare la madre  a tempo pieno o  part- time, perché comunque sia cari economisti, questo è il ruolo principale che Dio ci ha dato, e se abbiamo deciso di  nascere donna  è  soprattutto proprio per fare la madre.

 

Bianchin  Francesca