Finanziamento pubblico ai partiti, l’Idv propone un referendum per abolirlo

Un quesito referendario per abrogare l’attuale legge sul finanziamento pubblico ai partiti. A proporlo è l’Italia dei Valori che oggi ha annunciato di depositarlo in Cassazione tra pochi giorni e da lì inizierà la raccolta firme.

Secondo il portavoce Leoluca Orlando e i capigruppo Massimo Donadi e Felice Belisario, che lo hanno presentato in conferenza stampa, “gli scandali di queste settimane, spiegano, impongono alla politica di intervenire. Se non ce la farà, saranno gli stessi cittadini ad intervenire in prima persona con il referendum”.

Infatti, ha sottolineato Donadi, “negli ultimi dieci anni i partiti hanno ricevuto due miliardi di euro che sono stati gestiti in assoluta mancanza di qualsiasi obbligo” e ha aggiunto che “non esiste organo legittimato a controllare nel merito le voci di bilancio dei partiti e se, ad oggi, c’è un solo caso Lusi, perché unico o perché l’unico ad essere scoperto, dobbiamo ritenere che si tratti di una sorta miracolo, proprio perché di fronte ad un mare di soldi non c’è alcun controllo”. Donadi ha poi osservato che “il referendum è solo un’accetta, può decidere solo se abrogare la norma”. Fra l’altro la legge prevede che non si possano raccogliere le firme nell’anno precedente le elezioni.

“Se non si possono raccogliere le sottoscrizioni nei 365 giorni precedenti alle elezioni lo faremo ora, se non possono essere raccolte nell’anno solare antecedente lo faremo ad inzio 2013. Ma nel 2014 il referendum si celebrerà”, ha spiegato Belisario, secondo cui la politica “ha due anni di tempo per avere un sussulto di dignità che riporti a soglie decenti e a regole stringenti”. Il capopgruppo al Senato ha inoltre sottolineato, per parte sua, “la situazione di grande difficoltà in cui la politica e i partiti versano, ma anzichè farla emergere, qualcuno mette la testa sotto la sabbia”. E ha ricordato che il finanziamento “era stato cancellato dal referendum del ’93 ed è tornato in modo subdolo sotto forma di rimborso. Noi – ha concluso – dobbiamo inficiare un sistema malato che, per essere ricostruito, deve essere raso a terra”.
Fonte:Ilfatto