BATTERIO KILLER. L’ENPA: “TRA MOLTI PRESUNTI COLPEVOLI, UN SOLO RESPONSABILE: BASTA CON GLI ALLEVAMENTI”

Prima i cetrioli, poi la soia. Adesso invece sono i germogli crudi (di soia e di altri legumi) ad aggiudicarsi la non invidiabile patente di untori. A meno di ulteriori, eventuali smentite. Ma il vero “colpevole”, secondo l’Enpa e numerosi autorevoli ricercator, si annida tra le gabbie recintate degli allevamenti intensivi. Come già precisato da fonti scientifiche, Escherichia coli è un batterio che vive nell’intestino dei mammiferi e che si diffonde nell’ambiente – e si trasmette dunque ai vegetali -, attraverso le deiezioni utilizzate per concimare i campi. Con un’aggravante: la variante isolata dagli scienziati tedeschi, mai individuata prima, presenta un alto tasso di resistenza agli antibiotici. «Il panico che in questi giorni si è creato sul consumo di prodotti vegetali rappresenta soltanto una “faccia della medaglia” – spiega l’Enpa – poiché i cetrioli, la soia e i germogli sono semplici vettori dell’infezione mentre il vero focolaio si trova all’interno delle stalle.» Tagliare i consumi di verdura e ortaggi o adottare misure di profilassi, dunque, può servire per curare il sintomo, non la malattia. Il problema, invece, resta. Tanto più che le massicce dosi di antibiotici somministrate agli animali da reddito attraverso i mangimi potrebbero essere responsabili anche delle mutazioni genetiche del batterio, rendendolo più resistente alle terapie mediche. «Oggi l’Escherichia Coli E domani?», prosegue l’Enpa che aggiunge: «con 31 morti e migliaia di contagiati il bilancio dell’epidemia è pesantissimo. Ciò dovrebbe essere un monito per tutti: gli allevamenti sono non soltanto crudeli, economicamente insostenibili e inquinanti, ma rappresentano anche una minaccia concreta e diretta per la nostra salute. Se non si interviene subito per cambiare queste bad practices, in futuro potremmo doverci trovare a gestire situazioni ancora più nefaste.» (10 giugno)

fonte Enpa.it