Cercansi sepolcri imbiancati al cubo

di Giulietto Chiesa – 26 marzo 2011

Leggo un editoriale imperiale di «Le Monde» (24/3/2011) dal titolo: “Il mandato dell’ONU, né più né meno” . Non sono passati due giorni ed è già carta straccia. Succede tutti i giorni ai giornali, diventare carta straccia il giorno dopo, ma in questo caso è carta igienica. Domanda: quale mandato? Se si tratta della risoluzione 1973, essa – per chi voglia ricordare cosa dice la Carta delle Nazioni Unite – viola il Capitolo VII in modo plateale.
Perché là vi è scritto che un intervento contro uno Stato sovrano può essere deciso, e legalmente attuato, solo se questo stato minaccia la pace e la sicurezza internazionale.
In secondo luogo la risoluzione 1973 autorizza l’istituzione di una “no-fly zone”, ma non affida il mandato a nessuno in particolare. Tant’è che, per cinque giorni consecutivi, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Italia e altri assortiti soggetti internazionali hanno agito di propria iniziativa, senza avere ricevuto alcuna specifica autorizzazione. E solo il 24 sera a Bruxelles, dopo defatiganti e confusi negoziati, la NATO si è presa il comando. Non senza dover registrare dissensi molto acuti al suo interno: la Germania non muove un dito, la Turchia pattuglia e basta. Una finzione per salvare la faccia.

Peggio: i tre banditi imperiali hanno interpretato la risoluzione 1973 includendo tra le “misure necessarie” a proteggere la popolazione civile (autorizzate in violazione della Carta, non bisogna stancarsi di rilevarlo) il bombardamento delle colonne militari dell’esercito regolare di un paese ancora sovrano, cioè ben oltre ogni criterio di “no-fly zone”. Tutto questo non lo dico io ma lo dice il ministro degli esteri del più importante paese NATO dopo gli Stati Uniti, cioè la Germania.

Dunque, riassumendo: ipocrita la risoluzione, sepolcri imbiancati gli esecutori non autorizzati. Sepolcri imbiancati al quadrato (li chiameremo per brevità S.I.2) i servi dei primi (come «Le Monde, ma anche come quasi tutti i giornali del mainstream imperiale, «la Repubblica» e il «Corriere» in primis).

Il giornale francese scrive, insieme a tutti gli altri, che «l’aviazione e l’artiglieria pesante di Gheddafi sono colpite perché minacciano popolazioni che si sono sollevate pacificamente prima di prendere le armi». Ma i fatti dicono che queste “popolazioni pacifiche” hanno ora un esercito, mezzi, armi, comandanti in capo, denaro ecc. Dunque bombardare l’esercito di Gheddafi significa aiutare uno dei due eserciti che si fronteggiano sul terreno. Cioè intervenire a favore dell’uno contro l’altro.

Vero è che questo “esercito ribelle” – che i S.I.2 hanno propagandisticamente gonfiato come una pallone – e il suo governo provvisorio, sono troppo evanescenti per essere credibili. Infatti non riescono a fare un passo avanti verso Tripoli neppure dopo violentissimi bombardamenti che hanno impedito ogni azione offensiva dell’esercito di Gheddafi. «Le Monde» pubblicava ieri una foto dove si vedono i miliziani ribelli che giocano a pallone mentre aspettano l’arrivo della squadriglia di turno di bombardieri francesi e inglesi, pronti ad alzare al cielo inni di “Allah è grande”, ad ogni bomba che cade sul nemico.

Ma questo peggiora le cose: significa che l’Occidente (comunque la si giri, proprio così penseranno grandi masse di gioventù araba) sta aiutando una parte contro l’altra. E allora che senso ha dire che nessuno «evoca in alcun momento un cambiamento di regime»? E che «non si tratta di lasciare al potere, o no, il colonnello Gheddafi»? A volte i S.I.2 fanno tenerezza quando si arrampicano sugli specchi.

Il fatto è che, in violazione, l’ennesima, della Carta dell’ONU, l’intervento esterno persegue esattamente questo obiettivo. Anche se non riesce a ottenerlo. Da qui il marasma degli aggressori.

Ma che pasticcio è questo, in cui i S.I.2 ripetono che «il mandato internazionale deve essere rispettato alla lettera (sic!) senza stravaganze verbali né appelli guerrieri al rovesciamento del regime»? Vadano a dirlo a Hillary Clinton, che ripete instancabilmente proprio questo mantra.

E se il regime non cede? Allora bisognerà mandare i marines, o la Legione Straniera, sul terreno. Ma allora ci vorrà – per coprire di fango, definitivamente, l’ONU – la risoluzione 1974. Che, però, non potrà più giovarsi delle astensioni di cui si è vantata la 1973, perché i paesi del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) hanno già tirato il freno a mano.

Davvero un pasticcio sesquipedale. Per coprire il quale cercansi sepolcri imbiancati al cubo: S.I.3.

Tratto da: megachip.info