E alla fine il Papa disse: ''La mafia e' una strada di morte incompatibile col Vangelo''

di Aaron Pettinari – 4 ottobre 2010 – FOTO ALL’INTERNO!
C’era grande attesa per il discorso di Papa Benedetto XVI per la prima volta in visita a Palermo. Un viaggio ricco di signficiato in una terra meravigliosa come quella siciliana dove la lotta tra bene e male non assume solo un senso figurato. Una terra martoriata da eventi che l’hanno resa famosa per le sue stragi e bagnata dal sangue di eroi che hanno speso la propria vita per lottare contro la mafia e smontare…

…quel sistema che ha sempre cercato di mettere in ginocchio non solo la Sicilia ma persino lo Stato.
Nel lontano maggio del 1993, ad Agrigento, l’allora Pontefice Giovanni Paolo II aveva lanciato il suo anatema: “Dio ha detto una volta: non uccidere!…Lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta, un giorno, verrà il giudizio di Dio!”. Un messaggio a cui la mafia rispose pochi mesi dopo con l’omicidio del prete di Brancaccio, don Pino Puglisi.
Nei giorni scorsi cattolici, cristiani, laici, membri della società civile hanno chiesto a gran voce, all’attuale Santo Padre, nuove parole di condanna alla mafia.  E Benedetto XVI, dopo essersi limitato a parlare di “criminalità organizzata” nell’omelia del mattino, è intervenuto nel pomeriggio dichiarando ai boss la loro totale incompatibilità con il Vangelo: “La mafia è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo. Chi compie il male si vergogni, è destinato a soccombere”.
Non solo. Ha detto “no alla paura” e allo “scoraggiamento, della rassegnazione che viene a chi è debole nella fede, a chi confonde il male con il bene, a chi pensa che davanti al male profondo non ci sia nulla da fare”. Ha indicato i modelli da imitare, come Falcone, Borsellino, don Pino Puglisi e Rosario Liviatino (gli ultimi due ormai prossimi alla beatificazione), perché “i cattolici devono testimoniare con chiarezza i valori umani e cristiani anche di fronte alla mancanza del lavoro, alla precarietà, all’incertezza per il futuro e alla sofferenza fisica e morale provocata dalla criminalità organizzata”. Quindi, tornando verso l’aereoporto di Punta Raisi, nel luogo Il monito del papa ai giovani siciliani "La mafia è incompatibile con il Vangelo"della strage di Capaci ha voluto rendere omaggio a Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, e con loro simbolicamente a tutte le vittime di mafia. Un gesto significativo che mai era stato fatto prima d’ora dai propri predecessori.
Alle parole, sicuramente apprezzabili nel loro contenuto, devono però seguire fatti più concreti. Perché la Chiesa nella propria storia troppo spesso ha dimostrato di avere anime differenti, in cui l’opera dei sacerdoti impegnati a diffondere sul territorio una pastorale antimafiosa si scontra spesso con l’atteggiamento di condiscendenza che altri religiosi mostrano per le ragioni del popolo di Cosa Nostra. Una Chiesa divisa, dunque, consumata dalle sue continue contraddizioni messe a nudo dagli scandali degli ultimi anni (Riciclaggio di denaro, pedofilia) prosecuzione di una serie di crimini efferati compiuti nei secoli. Perché come appare ipocrita il messaggio del Pontefice per una redistribuzione equa delle risorse del pianeta, mentre milioni di euro (leciti ed illeciti) viaggiano attraverso i conti vaticani, anche le parole pronunciate ieri rischiano di sgonfiarsi e perdere di significato. Nel passato c’è stata accettazione e compiacenza, anche da parte dei vertici ecclesiastici, come il card. Ruffini, per cui la mafia era comunque meglio del comunismo, o come il card. Pappalardo che, dopo una prima stagione antimafia, scelse il silenzio e lasciò solo persino don Pugliesi. La denuncia del “male” mafioso non può restare solo nelle parole pronunciate in una domenica d’ottobre perché, come ha detto più volte il presidente di Libera Don Luigi Ciotti, “La Chiesa deve avere il coraggio della denuncia, deve sporcarsi le mani per la giustizia, come hanno fatto don Puglisi e don Peppe Diana. Se la Chiesa si fosse impegnata nella denuncia delle mafie come si è impegnata sul tema della sessualità, probabilmente la mafia non avrebbe il consenso sociale di cui gode oggi”.

Fonte:Antimafiaduemila.it
FOTO L’abbraccio di Palermo al pontefice

FOTO L’omaggio a Falcone